Cartolarizzazione nel calcio: dalla Lazio a Banca Sistema 2025

La cartolarizzazione nel calcio italiano ha attraversato un’evoluzione significativa dagli inizi degli anni Duemila fino a oggi, diventando uno strumento sempre più sofisticato per la gestione finanziaria dei club. Nel 2001, la Società Sportiva Lazio fu il primo club italiano a introdurre questa pratica nel settore calcistico. All’epoca, l’operazione riguardava la conversione dei crediti futuri legati ai diritti televisivi in obbligazioni, attraverso una società veicolo. L’obiettivo era chiaro: ottenere liquidità immediata senza ricorrere ad ulteriore indebitamento bancario. In un momento di tensione finanziaria, questa mossa rappresentò una svolta che permise alla Lazio di far fronte agli impegni di bilancio e pianificare con maggiore flessibilità. Da quel momento, la cartolarizzazione ha continuato a ritagliarsi uno spazio sempre più rilevante all’interno della finanza sportiva, fino a raggiungere una nuova tappa fondamentale nel 2025. Banca Sistema, in partnership con ElevenPoint S...

Crac Parmalat: Il Sole 24 Ore svela come le Banche ci hanno guadagnato!



Pubblichiamo l'articolo che l'ottimo Oscar Giannino ha pubblicato sul giornale "Libero Mercato" e ripreso da "Dagospia"che rivela i retroscena della vicenda.

"Ieri l'amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo ha lasciato tutti di sasso, rispondendo a una domanda sulla vicenda Parmalat. Il grande banchiere italiano, abitualmente uso a toni di grande equilibrio e rispetto, ha sostenuto che il “Sole 24 ore” non è «un giornale serio», perchè in caso contrario non avrebbe pubblicato la tabella che mercoledì ha illustrato ai suoi lettori come le banche, e Unicredit tra quelle, abbiano recuperato da Parmalat più di quanto le avessero prestato. L'accusa è stupefacente.

È evidente che Profumo attacca Ferruccio De Bortoli per colpire Enrico Bondi, il commissario straordinario della Parmalat che quella tabella ha fatto elaborare, e che ha inoltrato al Tribunale di Milano. Profumo sostiene che è scorretto sostenere che Unicredit abbia recuperato il 124% dei crediti in essere al momento del default, come Deutsche Bank il 140% e Capitalia il 123%. E' ingiusto considerare tra i recuperi i proventi e le commissioni per operazioni finanziarie e altri proventi percepiti prima del default, sostiene Profumo.

Senonché la tesi di Enrico Bondi è assolutamente opposta. Una tesi tenacemente e solitariamente sostenuta da anni contro l'intero sistema bancario, che tende a presentarsi nelle vesti del raggirato insieme a migliaia di incolpevoli bond-holder che comprarono i titoli proprio agli sportelli di quelle stesse banche: le banche davano copiosi finanziamenti per oltre 13 miliardi di euro a un gruppo che dal 1990 era tecnicamente fallito. A tassi superiori rispetto a quelli di mercato, dunque con lauti guadagni. E ora, grazie alla recovery dei crediti in azioni e all'avvaloramento del titolo, realizzano ulteriori buoni realizzi, com'è accaduto a Capitalia pochi giorni fa con la cessione del suo 5%.

Lo spiazzamento degli obbligazionisti è nei fatti. Bondi con la sua tenacia ha un merito straordinario. Non s è piegato di fronte a campagne odiose di stampa fomentate dalle banche, campagne che ancora continuano, da parte di chi per lungo tempo sosteneva che revocatorie e risarcitorie andavano concentrate in una bad company per lasciare invece l'azienda industriale e il suo futuro ad aggregazioni decise dalle banche stesse. Obbligazionisti e azionisti del passato possono contenere il danno solo grazie a lui. Viva il “Sole 24 ore”, dunque, per aver pubblicato la tabella che tanto fa incazzare i banchieri".

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