
Un'inchiesta condotta dal quotidiano nazionale "La Stampa", a cura di Sandra Riccio, mette in risalto i costi reali dei mini prestiti concessi da alcune società finanziarie operanti in Italia.
Per mini prestiti, intendiamo richieste di denaro che vanno da un minimo di 1.500,00 euro ad un massimo di 5.000,00 euro. Questi piccoli prestiti personali, vengono concessi, il più delle volte, entro 48 ore e previo presentazione di pochi documenti e senza che vi sia l'obbligo di giustificare la destinazione della somma richiesta.
Moltissime società finanziarie che operano on line offrono, previo compilazione di un modulo, di solito presente direttamente sul sito della stessa compagnia, la spedizione dell'assegno direttamente presso il domicilio del richiedente, oppure, provvedono ad emettere un bonifico sul conto corrente dello stesso.
Ma conviene davvero richiedere un piccolo prestito?
I dati raccolti sulle principali società di credito al consumo dimostrano che prendere a prestito cifre al di sotto dei 5.000,00 euro per crearsi una riserva di liquidità da spendere come e quando si vuole non è molto conveniente.
In alcuni casi, può capitare che i tassi applicati dagli operatori del settore si avvicinino alle soglie d'usura stabilite trimestralmente dalla Banca d'Italia. Nel caso di un finanziamento dell'importo di soli 4.000,00 euro, rimborsabile in 48 rate, il tasso annuo effettivo globale (Taeg), che misura il costo reale del debito perché tiene conto anche di tutte le spese accessorie può superare il 20% e non scende sotto l'11%. Le rate da rimborsare ogni mese sono sempre molto modeste vista anche l'esiguità del prestito e possono variare dai 130,00 ai 99,00 euro al mese a seconda dell'operatore finanziario al quale ci si è rivolti. Bisogna sempre verificare il Taeg reale, poiché questi,può arrivare anche al 25% in 12 mesi. In altre parole per un prestito di soli 4.000,00 euro, il risparmiatore rischia di dover rimborsare dai 5.000,00 ai 5.500,00 euro a cui si vanno a sommare varie voci di spesa, poste in essere all'inizio del rapporto, come, ad esempio, quelle per l'apertura della pratica. Insomma un bel salasso se si tiene in debita considerazione l'esiguità del prestito. Per questo le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra e denunciano l'eccessiva onerosità di molti prestiti erogati nel settore del credito al consumo, un comparto che tuttavia cresce a ritmi vertiginosi con tassi di sviluppo del 20% negli ultimi due anni e un volume complessivo salito oltre gli 85 miliardi di euro. "Il piccolo prestito ormai viene presentato come il salvagente per le famiglie ma non si tratta di un vero aiuto perché alla fine indebitarsi poco costa molto di più che chiedere un prestito di importo più consistente", dice Fabio Picciolini, Responsabile per il settore del credito dell'associazione dei consumatori Adiconsum. E se l'estensione dei tempi per il rimborso può sembrare un sollievo per il portafoglio in realtà finisce soltanto per pesare ancora di più sulla spesa finale perché il monte interessi aumenta con l'allungarsi del tempo del rimborso e contribuisce ad alimentare l'ormai triste fenomeno del sovra indebitamento familiare. Inconcepibile oltreché ingiusto, il fatto che se il risparmiatore si rivolge alla finanziaria per l'estinzione anticipata del prestito si ritrova a pagare tutte le quote residue senza che da queste vengano sottratti gli interessi. Bisognerebbe incentivare atteggiamenti simili e non penalizzarli! È quando denuncia l'Adusbef, l'associazione a difesa degli utenti dei servizi bancari e assicurativi.