Trump e il declino del dollaro: l’euro si rafforza, ma l’Europa deve stare in guardia

Con Trump alla guida, il dollaro vacilla e l’euro domina: ecco come questo shock valutario sta cambiando i giochi tra Stati Uniti ed Europa Il 2025 ha segnato il ritorno di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti, e con esso una serie di scosse economiche che stanno ridisegnando gli equilibri globali. Tra le più evidenti, il crollo del dollaro : nei primi sei mesi dell’anno, la valuta americana ha perso quasi l’11% rispetto alle principali monete mondiali, toccando il livello più basso dal 2022. Un dato che ha sorpreso molti, soprattutto considerando le promesse di rinascita economica che avevano accompagnato la campagna elettorale dell’ex presidente. Il dollaro, un tempo simbolo di stabilità e potere, oggi appare indebolito da una serie di fattori interni. Il piano economico “ Big Beautiful Bill ”, ancora in discussione al Senato, prevede tagli fiscali e spese pubbliche per oltre 3 miliardi di dollari. Una manovra che ha sollevato dubbi tra economisti, imprenditori e persino alcuni ...

Wall Street in crisi? Paul Tudor Jones prevede nuovi minimi nel 2025

Wall Street: ancora lontana dal fondo? L'analisi di Paul Tudor Jones

Wall Street analisi crisi Paul Tudor Jones
Il mercato azionario statunitense continua a navigare in acque agitate, e secondo il miliardario investitore Paul Tudor Jones, il peggio potrebbe non essere ancora passato. Anche se l'ex presidente Donald Trump decidesse di ridurre i dazi sulla Cina dal 145% al 50%, i mercati potrebbero comunque raggiungere nuovi minimi.

Dazi e politica monetaria: un mix potenzialmente pericoloso

Jones sottolinea che la combinazione tra dazi elevati e una politica monetaria restrittiva della Federal Reserve potrebbe creare un ambiente ostile per la crescita economica e per la stabilità dei mercati finanziari.

Negli ultimi anni, la Fed ha mantenuto i tassi di interesse a livelli relativamente alti per contenere l'inflazione. Questa scelta, però, ha avuto conseguenze importanti: con il costo del denaro elevato, le imprese faticano a finanziare investimenti e operazioni di espansione, mentre i consumatori riducono la loro spesa. Se la Fed non adotta una strategia più accomodante, abbassando i tassi per favorire l’accesso al credito, Wall Street potrebbe assistere a una nuova fase di contrazione.

Secondo Jones, anche se Trump riducesse i dazi, rimarrebbero comunque ben al di sopra dei livelli pre-esistenti, continuando a incidere sulla competitività delle aziende americane e sulle relazioni commerciali tra USA e Cina. L’incertezza sulla politica economica futura potrebbe spingere gli investitori verso un atteggiamento più difensivo, riducendo esposizioni a rischio e preferendo asset più sicuri come obbligazioni e oro.

Possibili scenari per il mercato

Non tutti gli esperti condividono la visione pessimista di Jones. Alcuni analisti ritengono che una riduzione dei dazi, per quanto parziale, potrebbe comunque generare un sollievo temporaneo per i mercati, alleviando le pressioni sulle aziende statunitensi e incoraggiando una ripresa nel medio termine.

La chiave di volta potrebbe essere proprio il comportamento della Fed nei prossimi mesi. Se la banca centrale dovesse modificare la sua politica monetaria, introducendo misure di allentamento per stimolare la crescita, Wall Street potrebbe trovare un nuovo equilibrio e recuperare parte delle perdite. D’altro canto, se i tassi di interesse rimangono elevati e le tensioni commerciali tra USA e Cina persistono, la volatilità potrebbe dominare i mercati ancora per molto tempo.

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