La riforma fiscale in Italia è al centro del dibattito pubblico e politico, con un focus particolare sulle modalità di riduzione delle tasse per le famiglie e le imprese. Tra le novità più attese, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha annunciato a Telefisco 2025 che l’obiettivo è ridurre le imposte sul reddito delle persone che guadagnano tra i 28.000 e i 60.000 euro, utilizzando i proventi derivanti dal recupero dell’evasione fiscale. Vediamo in dettaglio cosa potrebbe significare questo cambiamento per il ceto medio e come si inserisce nel quadro della riforma complessiva.
Lotta all’evasione fiscale: la chiave per una riforma efficace
Il governo italiano ha posto la lotta all’evasione fiscale come una delle priorità per garantire risorse da destinare a una riduzione delle tasse. L’obiettivo, come spiegato dal viceministro Leo, è identificare una “parte strutturale” del recupero fiscale da destinare al taglio delle imposte. Si stima che i risultati finora ottenuti in questo settore siano notevoli: 32,7 miliardi di euro recuperati grazie alla costante azione dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre, il trend di crescita dei recuperi sembra promettente, segnalando che l’evasione fiscale sta diminuendo progressivamente.
Secondo Leo, i fondi recuperati dalla lotta all’evasione potrebbero consentire di ridurre l'aliquota Irpef per i contribuenti con redditi che vanno dai 28.000 ai 60.000 euro. In questo modo, il ceto medio, che spesso si trova a fare i conti con un carico fiscale elevato, potrebbe beneficiare di un abbassamento delle imposte, un cambiamento che favorirebbe il miglioramento del potere di acquisto delle famiglie italiane.
Riforma Irpef: verso un sistema più semplice ed equo
Il taglio delle tasse per la fascia di reddito medio-alta (compresa tra i 28.000 e i 60.000 euro) è solo uno dei passaggi previsti dalla riforma fiscale. La riforma ha già introdotto un importante cambiamento: la riduzione delle aliquote Irpef, che sono passate da quattro a tre. Questo semplifica il sistema fiscale, riducendo le difficoltà burocratiche sia per i contribuenti che per l’amministrazione. Tuttavia, come sottolineato dal viceministro, la riforma necessita di correttivi, in particolare su aspetti come l'autotutela, la soglia Iva per il contrabbando e il sistema di conciliazione in Cassazione.
Inoltre, sono previsti interventi legislativi già approvati o in fase di approvazione. Leo ha ricordato che sono stati pubblicati 14 decreti legislativi, con altre due misure che stanno per essere finalizzate: una sulle accise e una sul sistema di riscossione delle imposte. La riforma fiscale vuole essere un processo continuo, con l’obiettivo di creare un sistema più trasparente e accessibile per tutti i cittadini.
Global Tax e Web Tax: le sfide internazionali
Non solo misure interne: la riforma fiscale in Italia è influenzata anche dalle dinamiche globali. Il viceministro Leo ha affrontato temi delicati come la web tax e la global minimum tax. La web tax, che colpisce le grandi piattaforme digitali, è stata adottata non solo in Italia, ma anche in altri paesi europei come Austria, Spagna, Francia e Regno Unito. Tuttavia, la normativa rischia di entrare in conflitto con le politiche fiscali del nuovo presidente USA, Donald Trump, che ha dichiarato di essere contrario a questo tipo di imposte.
Leo ha sottolineato la necessità di un dialogo tra l’Unione Europea e l’amministrazione statunitense per trovare un compromesso su queste imposte, in modo che l’Italia e gli altri paesi europei possano continuare a sostenere il sistema di tassazione delle multinazionali tecnologiche senza compromettere le relazioni internazionali.
In parallelo, la global minimum tax rappresenta un’altra sfida. Questa misura mira a stabilire una tassa minima globale per le multinazionali, riducendo l’elusione fiscale, ma presenta delle difficoltà applicative, come evidenziato dal viceministro.
La riscossione delle imposte: verso una maggiore equità
Uno degli aspetti cruciali della riforma fiscale riguarda la riscossione delle imposte. L’Italia, infatti, è alle prese con un enorme "magazzino" di crediti fiscali non riscossi che ammonta a 1.275 miliardi di euro. Per affrontare questa situazione, è stata creata una commissione che lavorerà per determinare quali crediti possano essere abbandonati, quali necessitano di gestione differenziata e quali possano essere inclusi in rottamazioni. La riscossione è un tema delicato, ma fondamentale per migliorare l'efficienza del sistema fiscale.
Nel frattempo, è stata introdotta una misura che permette ai contribuenti di rateizzare i debiti fiscali: fino a 120.000 euro, i contribuenti possono pagare in 84 rate, con l’obiettivo di estendere la possibilità a 120 rate. Questo intervento si inserisce in un quadro più ampio di semplificazione e giustizia fiscale.
Conclusioni: il ceto medio al centro della riforma
La riforma fiscale in Italia punta a rispondere alle esigenze del ceto medio, alleggerendo il carico fiscale grazie al recupero delle risorse provenienti dalla lotta all’evasione. Le misure previste, come il taglio delle tasse per i redditi tra i 28.000 e i 60.000 euro, possono contribuire a stimolare l’economia, migliorando il potere d’acquisto delle famiglie e promuovendo una maggiore equità fiscale. Tuttavia, il successo di queste politiche dipenderà dalla capacità di attuare le riforme in modo equilibrato e sostenibile, garantendo al contempo il rispetto degli impegni europei.