Decreto Bollette: protezione per debiti condominiali sotto i 5.000 euro

Dl Bollette: tutela per i debiti condominiali sotto i 5.000 euro – Una svolta per i soggetti vulnerabili   Con l’introduzione del Dl Bollette , la Commissione Attività produttive della Camera offre una nuova protezione per i debitori condominiali. Esaminiamo nel dettaglio le implicazioni, le condizioni e l’impatto di questa misura. Un emendamento per garantire maggiore equità Un recente emendamento al Dl Bollette, presentato da Fratelli d’Italia con la prima firma di Silvio Giovine, e approvato in Commissione Attività produttive, mira a proteggere i proprietari di immobili in difficoltà economica. Secondo questa nuova normativa, un immobile di proprietà non può essere pignorato a causa di debiti per bollette energetiche condominiali inferiori a 5.000 euro , a patto che la casa rappresenti l’unico bene di proprietà del debitore e che vi sia stabilita la residenza. Questo provvedimento rappresenta un passo significativo verso una maggiore equità sociale, offrendo una rete di prot...

Prestiti personali Inpdap

I prestiti personali Inpdap sono destinati a tutti gli iscritti alla gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, istituita presso l'Inpdap stessa, ed hanno, quale finalità ultima, di soddisfare le esigenze di credito più disparate. Si va, infatti, dal finanziamento del trasloco, alle spese per il matrimonio, all'acquisto, ristrutturazione o costruzione della casa, dalla copertura delle spese inerenti i lavori condominiali alle spese di manutenzione ordinaria per la casa di residenza. Le tipologie di prestito alle quali si può ricorrere sono molteplici, ed ognuna di loro ha un'utilità specifica. Si va dai piccoli prestiti annuali, biennali o triennali, che consentono l'erogazione di somme molto contenute, che vanno dall'equivalente di una mensilità di pensione ad un massimo di sei, nel caso della soluzione triennale (e comunque l'importo massimo erogabile non può superare gli 8.000 euro), ai prestiti personali quinquennali o decennali che possono arrivare anche a 50.000 euro di montante. I prestiti pluriennali possono avere una durata di cinque o dieci anni e si possono estinguere, rispettivamente, in 60 o 120 rate mensili pari ad un importo non superiore al quinto degli emolumenti percepiti. Sull’importo lordo dei prestiti pluriennali si applica il tasso di interesse nominale annuo del 3,50%, nonché la ritenuta dello 0,50% per spese di amministrazione e quella relativa al contributo del fondo rischi. Gli importi delle spese di  amministrazione e del contributo per il fondo rischi sono trattenuti all’atto dell’erogazione del prestito.

I dipendenti in attività di servizio possono rinnovare un prestito in corso di ammortamento, attraverso la richiesta di un nuovo prestito, solo dopo due anni di ammortamento di un prestito quinquennale e dopo quattro anni di ammortamento di un prestito decennale; un prestito quinquennale può essere rinnovato prima che siano trascorsi due anni dall’inizio dell’ammortamento nel caso in cui si richieda e ottenga, per la prima volta, un prestito decennale. I pensionati, invece, possono rinnovare un prestito in corso, attraverso la richiesta di un nuovo prestito, a prescindere.

Possono accedere al finanziamento tutti gli iscritti alla gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali che vantino almeno quattro anni di anzianità di servizio utile a conseguire qualunque trattamento di quiescenza, nonché quattro anni di versamento contributivo alla predetta gestione unitaria. Gli iscritti in attività di servizio devono, all’atto della domanda, essere titolari di contratto di lavoro a tempo indeterminato; i titolari di contratto di lavoro a tempo determinato non inferiore a tre anni possono fruire, ai sensi dell’articolo 13 del D.P.R. 5 gennaio 1950, n. 180, di cessioni estinguibili nell’arco di vigenza del contratto.

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