Impatto economico globale del conflitto Israele-Iran: rischi e scenari

Le conseguenze economiche globali del conflitto tra Israele e Iran  Il conflitto tra Israele e Iran sta destabilizzando i mercati internazionali, generando effetti tangibili su petrolio, energia e finanza. La tensione geopolitica tra due attori chiave del Medio Oriente non solo influenza i rapporti regionali, ma incide profondamente sull'economia globale. Petrolio alle stelle: impatto sui mercati energetici L'Iran è tra i maggiori esportatori di petrolio e gas naturale , e la sua posizione strategica rende ogni crisi politica una minaccia per l’approvvigionamento mondiale. Il prezzo del Brent ha già registrato un incremento significativo, toccando i 73 dollari al barile , mentre il gas naturale ha subito un aumento del 4% nelle quotazioni europee. Un'eventuale chiusura dello Stretto di Hormuz , da cui transita il 20% del petrolio globale , potrebbe causare un’impennata dei costi energetici, con ripercussioni sull’economia mondiale. Shock finanziari e crollo delle Borse ...

Mutui: il tasso variabile è ancora da preferire al fisso

L'Euribor, il parametro al quale sono agganciati i mutui a tasso variabile, nella sua versione a un mese, ha fatto registrare una performance pari all'1,27%, superando, quindi, dello 0,02% il tasso Bce, a tutt'oggi fermo all'1,25%. L'Euribor a tre mesi, invece, ha già ampiamente superato questa soglia attestandosi all'1,44%. Se a questo si aggiunge una quasi insignificante frenata dell'Eurirs, che è il parametro di riferimento per i mutui a tasso fisso, si capisce come ancora la forbice tra le due tipologie di finanziamento ci induca a preferire i mutui a tasso variabile. Da un'indagine effettuata dal "Corriere Economia" si evince chiaramente che il tasso fisso risulterebbe conveniente solo qualora il costo del denaro salisse di almeno due punti e mezzo e se l'incremento, poi, rimanesse costante almeno per tutta la prima metà di vita del mutuo. Tuttavia, però, prima di scegliere il tasso variabile è necessario valutare se si sarebbe realisticamente in grado di far fronte ad aumenti, teorici ma non impossibili, di almeno il 40%, o più, della rata. Nell'arco di quest'anno non è escluso un nuovo ritocco dei tassi da parte della Bce e, molti analisti stimano che per fine anno il costo del denaro potrebbe giungere fino alla soglia del 2%. In uno scenario del genere è bene notare come, tuttavia, l'Euribor a un mese si sia posizionato al di sopra del valore del tasso Bce, dopo aver quotato meno per oltre due anni, solo dall'inizio di questo mese. La differenza tra i due tassi considerati il benchmark, l'Euribor a tre mesi e l'Eurirs a 20 anni, è di ben 250 punti. Il divario minimo si è registrato a marzo 2009, con 206 punti, il massimo a novembre 2009, con 330 punti. Via libera al tasso variabile dunque, ma non sarebbe una cattiva idea individuare un prodotto che permetta di passare al tasso fisso dopo un certo lasso di tempo.

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