Il trattamento del creditore ipotecario nel fallimento

Il trattamento del creditore ipotecario nel fallimento: una guida dettagliata Nel vasto panorama delle procedure fallimentari, il trattamento del creditore ipotecario è un tema centrale, capace di influenzare la gestione del credito e la distribuzione delle risorse. Questo articolo offre un'analisi approfondita delle normative e delle implicazioni che regolano la posizione del creditore ipotecario nel fallimento, con l'obiettivo di fornire informazioni utili e chiare per operatori economici e lettori interessati. Nel fallimento, l'ordinamento italiano stabilisce una gerarchia rigorosa per il trattamento dei creditori, basata sul tipo di credito vantato e sulle garanzie associate. Questa classificazione, regolata dal codice civile e dalla legge fallimentare, è fondamentale per garantire un approccio sistematico ed equo alla distribuzione delle risorse. Vediamo ora in dettaglio le caratteristiche e il funzionamento delle principali categorie creditizie. 1. Crediti prededucibi...

Mutui vicini ai tassi d'usura

L'ultima rilevazione della Banca d'Italia è stata effettuata sulla base dei dati del terzo trimestre2010: un periodo in cui i tassi di interesse, soprattutto gli Irs che sono alla base dei mutui fissi, viaggiavano ai minimi storici. I limiti attuali saranno in vigore fino al 31 marzo 2011, ma oggi quegli stessi tassi sono su livelli più elevati e questo scollamento temporale potrebbe portare i mutui stipulati nei prossimi due mesi ad avvicinare i limiti stabiliti per il tasso di usura. Il rischio è maggiore per i prodotti a tasso fisso perché più sensibile è stato il rialzo dei tassi Irs: quello a 20 anni, per esempio, quotava il 19 gennaio 2011 il 3,73% contro il 2,70% di fine agosto. A questo valore vanno poi aggiunti spread e spese accessorie (istruttoria, perizia, assicurazione). Un confronto immediato delle offerte presenti online segnala in effetti la presenza di mutui fissi con tasso effettivo globale del 5,9% già abbastanza vicino al limite di usura. Lo scarto sul variabile (le offerte più care sono al 3%) è, invece, al momento più elevato. Ma cosa succede a chi ha un mutuo con un tasso fisso superiore al livello di usura? Con il decreto salva banche 394/2000, la legge ha chiarito che si intendono usurari gli interessi che superano il limite stabilito dalla legge nel momento in cui essi sono promessi o comunque convenuti, a qualunque titolo, indipendentemente dal loro pagamento. Le norme antiusura non hanno quindi valore retroattivo e non si applicano a chi ha già stipulato in passato un mutuo il cui tasso, nel frattempo, è divenuto superiore al livello di usura. Per questi le uniche strade percorribili restano quelle della sostituzione, della surroga o della rinegoziazione del tasso con la stessa banca.

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