Cartolarizzazione nel calcio: dalla Lazio a Banca Sistema 2025

La cartolarizzazione nel calcio italiano ha attraversato un’evoluzione significativa dagli inizi degli anni Duemila fino a oggi, diventando uno strumento sempre più sofisticato per la gestione finanziaria dei club. Nel 2001, la Società Sportiva Lazio fu il primo club italiano a introdurre questa pratica nel settore calcistico. All’epoca, l’operazione riguardava la conversione dei crediti futuri legati ai diritti televisivi in obbligazioni, attraverso una società veicolo. L’obiettivo era chiaro: ottenere liquidità immediata senza ricorrere ad ulteriore indebitamento bancario. In un momento di tensione finanziaria, questa mossa rappresentò una svolta che permise alla Lazio di far fronte agli impegni di bilancio e pianificare con maggiore flessibilità. Da quel momento, la cartolarizzazione ha continuato a ritagliarsi uno spazio sempre più rilevante all’interno della finanza sportiva, fino a raggiungere una nuova tappa fondamentale nel 2025. Banca Sistema, in partnership con ElevenPoint S...

I mutui condizionano pesantemente l'economia familiare

I mutui condizionano pesantemente l'economia familiare. Non è una novità, si direbbe, eppure, il quadro della situazione appare appesantito da proposte e offerte di prodotti appositamente studiati dalle banche al fine di garantire il proprio sistema economico a discapito dei consumatori. Il fatto stesso che, a tutt'oggi, gli istituti di credito non concedano più mutui a copertura totale dell'investimento ma, neanche si avvicinino a sfiorare l'80% del valore dell'immobile, la dice lunga sulla loro volontà di salvaguardare i propri interessi sacrificando, anche se in parte, una fetta di mercato.

Da un'attenta analisi condotta dal settimanale "Plus 24" emerge con forza questo dato. Vito Lops ha fatto l'esempio di un mutuo richiesto per acquistare un'unità immobiliare di circa 70 metri quadrati ad un prezzo complessivo di circa 250.000 euro. Per finanziare il 60% della somma necessaria all'acquisto dell'appartamento (150.000 euro) si dovrebbero pagare, se si sceglie un mutuo a tasso variabile, rate proibitive che vanno dai 1.383 euro a 10 anni, ai 968 euro a 15 anni, fino a 763 euro per la soluzione ventennale. La proposta a tasso fisso è anche meno conveniente, com'è ovvio. Il miglior fisso a 10 anni comporta una rata di 1.500 euro, che scendono a 1.124 euro a 15 anni e a 968 euro a 20 anni.

I dati raccolti da Vito Lops e fornitigli dagli istituti di credito appositamente interpellati, rivelano con ampia evidenza una forbice di circa 2,5/3 punti percentuali tra le offerte a tasso variabile e quelle a tasso fisso. Che Banca! Ad esempio, propone un muto a tasso variabile ventennale al 2,12% (con Cap fissato al 2,60%) ed un fisso al 4,93%. Ing Direct offre un variabile al 2,14% senza Cap ed un fisso al 5% netto mentre, la soluzione più cara, facendo riferimento ovviamente all'esempio in esame, ovvero l'erogazione di un mutuo di importo pari a 150.000 euro, si è rivelata essere la proposta di Banca Monte Paschi di Siena, con un variabile che parte dal 3,04% (con Cap fissato al 3,66%) ed un fisso al 6,04%.

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