Quali sono i migliori mutui a tasso variabile e a tasso fisso? Vista l'attuale situazione dei mercati finanziari e creditizi è d'obbligo, da parte nostra, fornire una disamina in merito a quelli che, ad oggi, possono essere considerati a pieno titolo i prodotti migliori a disposizione della clientela. Le condizioni attuali sui tassi offerti dipingono un quadro a costi più bassi rispetto alla media storica degli interessi pagati sui mutui. Sia i variabili che i fissi viaggiano vicino ai minimi di sempre perché sia gli
indici Euribor (i parametri a cui sono agganciati i mutui indicizzati che gli Eurirs (gli indici di riferimento utilizzati per calcolare le rate dei prestiti a tasso bloccato) sono imballati, complici le incertezze economiche, sui minimi storici.
Ciò che si evince in maniera chiara è che sia per ciò che attiene le proposte a tasso fisso che variabile, a farla da padrone è Che Banca! Il mutuo variabile è il migliore del lotto con un ISC (Taeg) pari al 2,12%, mentre il mutuo fisso è al secondo posto della relativa classifica con un ISC (Taeg) del 4,16%. Meglio fa solo il mutuo acquisto last minute del Gruppo Banco Popolare che, con il 4,02%, si attesta al primo posto. Sul gradino più basso del podio dei mutui a tasso fisso troviamo il mutuo spensierato della BNL - Gruppo Bnp Paribas, con un ISC del 4,30%.
Per ciò che attiene i mutui a tasso variabile, alle spalle del mutuo variabile di Che Banca! troviamo il mutuo Cariparma online variabile con opzione, offerto da Cariparma - Crédit Agricole, ad un tasso pari al 2,16%. Al terzo posto, invece, troviamo il mutuo variabile Webank, più caro di appena lo 0,01% rispetto al prodotto proposto da Cariparma.
Webank, Che Banca! e Cariparma si dividono in quest'ordine anche il podio per la categoria mutui variabili con Cap. Il mutuo variabile con Cap di Webank (tetto massimo 5,50%) ha un Isc del 2,58%, il mutuo variabile con Cap di Che Banca! (tetto massimo 5,70%) ha un ISC del 2,61%, mentre il gran mutuo chiaro e certo di Cariparma (tetto massimo 5,45%) ha un Isc del 2,81%.
Analizzando le cifre si nota come, tutto sommato, convenga contrarre un mutuo a tasso fisso piuttosto che un
variabile con Cap, visti i tassi eccezionalmente bassi dei mutui a tasso fisso. Dietro la convenienza del tasso fisso, però, non c'è solo la reattività della domanda a capire le mutate condizioni di mercato (gli Eurirs ad agosto erano sotto il 3% su tutte le durate, oggi l'indice a 20 anni è al 3,30%, comunque al di sotto della media, superiore al 4%). In questo scenario molti istituti di credito prediligono il fisso perché, a tassi così ridotti, difficilmente correranno il rischio futuro di veder scappare via i clienti. Fenomeno che, invece, è risultato molto diffuso negli ultimi due anni, da quando è operativa l'opzione della
surroga.
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