Imposizione fiscale in Italia: storia, impatto e strategie future

L'evoluzione dell'imposizione fiscale in Italia: dalle radici del boom economico ai giorni nostri L'evoluzione del sistema fiscale italiano è una storia intricata, ricca di cambiamenti e influenze che hanno modellato l'economia, la società civile, e il tessuto industriale del Paese. Questo articolo esplora come il sistema fiscale italiano si sia trasformato dal boom economico degli anni '50 e '60 fino ai giorni nostri, analizzandone l'impatto su famiglie, mercato del lavoro, industria, e tracciando possibili scenari futuri. Il boom economico e la nascita di un sistema fiscale moderno Durante gli anni '50 e '60, l'Italia era un Paese in piena rinascita. Il boom economico, sostenuto da massicci investimenti pubblici e privati, portò a una rapida industrializzazione. In questo contesto, il sistema fiscale italiano aveva due obiettivi principali: incentivare gli investimenti e favorire il benessere sociale attraverso una redistribuzione del reddi...

Cosa sono i Cfd?

Cosa sono i Cfd?

Un Cfd è un "contract for difference", letteralmente un "contratto per differenza". Si tratta di strumenti di investimento derivati che consentono di scambiare le differenze di valore di un dato sottostante generate tra l'apertura e la chiusura della posizione. In pratica, si compra o si vende un contratto che replica esattamente i prezzi dell'attività finanziaria sottostante, così che i prezzi dei titoli e dei Cfd sono identici.

Come funzionano i Cfd?

L'acquirente di un Cfd paga un tasso d'interesse, ricevendo il rendimento di un'attività finanziaria sottostante. Il guadagno, o la perdita, è dato quindi dalla differenza tra il prezzo d'acquisto e di vendita del sottostante, per il numero di Cfd scambiati. Il venditore del contratto, a fronte dell'incasso degli interessi, si impegna a pagare tale rendimento. Sono un prodotto a leva: all'investitore è richiesto di versare solo una parte del valore complessivo dell'operazione.

Quali sono le caratteristiche dei contratti?

I Cfd non sono soggetti all'imposta di bollo, in quanto l'investitore non possiede il titolo - che rimane in capo all'intermediario - ma acquista solo un suo derivato negoziando la differenza del valore di acquisto e di vendita. I contratti non hanno scadenza e possono essere tenuti in portafoglio a tempo indeterminato, a meno che il sottostante non sia il titolo di una società oggetto di offerte di acquisizione, nel qual caso la posizione in Cfd viene chiusa automaticamente il giorno precedente all'ultimo in cui le azioni sono quotate nella forma esistente. Molti Cfd, ma non tutti, sono negoziabili 24 ore su 24; il broker offre la possibilità di entrare e uscire dal mercato garantendo la liquidità dei contratti.

Come si calcolano gli interessi corrisposti al broker?

Gli interessi sono calcolati aggiungendo o sottraendo (a seconda che la posizione sia long o short) una percentuale fissa (detta spread) a un tasso di riferimento base che varia di broker in broker. Ad esempio, se si acquistano 100 Cfd su un titolo azionario da 10 euro con un margine del 5%, il margine richiesto è di 50 euro (100 Cfd X 10 euro = 1.000 euro; il 5% di 1.000 euro è 50 euro). Se si vendono i titoli dopo 25 giorni a 11 euro, il profitto lordo è di 100 euro (prezzo di vendita 11 euro - prezzo di acquisto 10 euro X 100 contratti). Gli interessi passivi si calcolano sulla base del tasso fisso, pari ad esempio al 4%, più lo spread del broker, che assumiamo per esempio al 2,5%. Sull'investimento da 1.000 euro, quindi, gli interessi sono pari a 4,45 euro in 25 giorni (1.000 euro X 6,5%/365 giorni X 25 giorni = 4,45 euro). Il profitto netto è quindi di 100 euro meno le commissioni di gestione meno i 4,45 euro di tasso d'interesse.

Quali sono i rischi dei Cfd?

L'investimento in Cfd è molto rischioso. In virtù delle forti fluttuazioni del valore, l'investitore potrebbe non ricevere indietro il denaro investito. Con alcune transazioni, i clienti possono non solo perdere quanto investito, ma possono anche essere passibili di pagamenti futuri per importi non specificati. Lo strumento insomma non è adatto all'investitore alle prime armi, o che sia alla ricerca di un'entrata dai suoi investimenti poiché l'entrata derivante da suddetti investimenti può variare di valore in termini di denaro. Per un investimento dei prodotti Over the counter, che non è un investimento facilmente realizzabile, potrebbe essere difficile vendere o portare a termine l'investimento e ottenere informazioni attendibili circa il valore o l'ampiezza del rischio al quale è esposto l'investitore.

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