Trump rilancia i dazi USA: nuove tariffe fino al 40% nel 2025

Nuove tariffe USA: il presidente Trump rilancia i dazi e scuote l’economia globale Negli ultimi giorni, la scena economica internazionale è tornata a ruotare attorno a Donald Trump, attuale presidente degli Stati Uniti. La sua amministrazione ha annunciato un pacchetto di nuove tariffe doganali che potrebbero ridefinire, ancora una volta, gli equilibri del commercio globale. Il piano prevede dazi compresi tra il 25% e il 40% su beni importati da oltre 14 Paesi. In parallelo, è stato deciso il rinvio al 1° agosto dell’entrata in vigore delle tariffe generalizzate, inizialmente previste per il 9 luglio. Una scelta strategica che potrebbe aprire a negoziati, ma che intanto ha già agitato i mercati internazionali. Secondo Trump, l’obiettivo è duplice: ridurre il cronico deficit commerciale degli Stati Uniti e incentivare le aziende straniere a rilocalizzare la produzione direttamente sul territorio americano. A detta della Casa Bianca, gli USA avrebbero già incassato oltre 100 miliardi di ...

Braccio di ferro tra commercialisti e Abi sull'estensione degli Ias

Le posizioni, tra il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e l'Abi (Associazione Bancaria Italiana), restano contrapposte e distanti in merito all'estensione dell'ambito di applicazione degli Ias/Ifrs (International Accounting Standars/International Financial Reporting Standars).

Gli Ias/Ifrs mirano ad armonizzare i principi contabili e i metodi di allestimento delle chiusure annuali dei conti. In particolare, dal 2002 l'Unione Europea ha reso obbligatoria l'adozione dei principi contabili Ias/Ifrs nei bilanci consolidati delle banche, delle assicurazioni e delle società quotate in borsa a partire dal bilancio dell'esercizio in corso al primo gennaio 2005.

In virtù della crisi dei mutui e la difficoltà di valutazione di molti titoli, gli Ias/Ifrs saranno soggetti a diverse revisioni volte a migliorare rappresentatività e veridicità dei bilanci a partire dal recepimento definitivo delle direttive 2001/65/Ce e 2003/51/Ce.

Il provvedimento, dal quale, secondo l'Abi, andrebbero escluse soltanto le società con bilanci in forma abbreviata (imprese non quotate in borsa, di dimensioni piccole e medie), non piace affatto ai commercialisti poiché, questi ultimi, temono l'applicazione di costi amministrativi e strutturali eccessivi per questa tipologia di imprese. Inoltre, si è posto l'accento anche su problemi di natura fiscale e civilistica quali, ad esempio, la distribuzione degli utili, la riduzione del capitale per perdite e limiti alle emissioni obbligazionarie per tutte quelle società che non devono soddisfare particolari obblighi di trasparenza rispetto al mercato.

L'Abi, dal canto suo, invece, è convinta che l'allineamento dei bilanci a criteri condivisi e uniformi è essenziale al fine di valutare l'affidabilità e la sostenibilità delle imprese che accedono al credito. La trasparenza dei bilanci non può realizzarsi se nello stesso settore produttivo coesistono imprese simili che applicano gli Ias e altre che continuano a impiegare la disciplina tradizionale.

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