Cartolarizzazione nel calcio: dalla Lazio a Banca Sistema 2025

La cartolarizzazione nel calcio italiano ha attraversato un’evoluzione significativa dagli inizi degli anni Duemila fino a oggi, diventando uno strumento sempre più sofisticato per la gestione finanziaria dei club. Nel 2001, la Società Sportiva Lazio fu il primo club italiano a introdurre questa pratica nel settore calcistico. All’epoca, l’operazione riguardava la conversione dei crediti futuri legati ai diritti televisivi in obbligazioni, attraverso una società veicolo. L’obiettivo era chiaro: ottenere liquidità immediata senza ricorrere ad ulteriore indebitamento bancario. In un momento di tensione finanziaria, questa mossa rappresentò una svolta che permise alla Lazio di far fronte agli impegni di bilancio e pianificare con maggiore flessibilità. Da quel momento, la cartolarizzazione ha continuato a ritagliarsi uno spazio sempre più rilevante all’interno della finanza sportiva, fino a raggiungere una nuova tappa fondamentale nel 2025. Banca Sistema, in partnership con ElevenPoint S...

Direttiva Mifid in vigore dal 1 novembre 2007

Tra le altre novità che introdurrà, a partire dal prossimo 1 novembre, la Direttiva Mifid, ve ne sono due particolarmente vantaggiose per i piccoli risparmiatori. Il cosiddetto principio della "best execution" e la nuova disciplina dei conflitti d'interesse. Nel dettaglio, si tratta di due provvedimenti che mirano a risolvere l'ambiguo rapporto tra le banche e i clienti per ciò che attiene la gestione dei fondi. Gli intermediari saranno obbligati ad adottare misure adeguate per identificare e gestire i conflitti d'interesse che possano danneggiare i clienti. Questo può avvenire attraverso rigorosi presidi di governance o attraverso decisioni che incidano sugli assetti proprietari. Se non potranno eliminarli dovranno comunque esporli in modo chiaro. Rendendo autonome le società di gestione del risparmio, le banche permetteranno la concorrenza nella distribuzione dei prodotti finanziari, in maniera tale da ridurre considerevolmente i costi a carico dei risparmiatori. L'altro aspetto positivo della Direttiva Mifid, per ciò che attiene i piccoli risparmiatori, con particolare riferimento ai cosiddetti "clienti retail" è la "best execution", ossia l'obbligo imposto agli intermediari di eseguire l'ordine alle migliori condizioni di mercato in quel momento possibili, anche contro i propri interessi. In base a questo principio, l'intermediario, non solo dovrà valutare le quotazioni del titolo sui vari sistemi su cui viene trattato, ma anche i costi di settlement (Procedura attraverso la quale un emittente retrocede all'investitore una somma in contanti pari alla differenza fra il prezzo dell'attività sottostante ed il prezzo di esercizio nel caso di covered warrant di tipo call, o la differenza fra il prezzo di esercizio de il prezzo del sottostante nel caso di covered warrant di tipo put), le commissioni e la tempestività con la quale l'operazione viene effettuata. Di fatto, le società d'investimento dovranno attenersi alle regole stabilite in materia di trasparenza pre-trade e post-trade, al fine di permettere agli investitori di valutare e confrontare i servizi resi dai singoli intermediari e scegliere quello che gli conviene maggiormente.

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