Impatto economico globale del conflitto Israele-Iran: rischi e scenari

Le conseguenze economiche globali del conflitto tra Israele e Iran  Il conflitto tra Israele e Iran sta destabilizzando i mercati internazionali, generando effetti tangibili su petrolio, energia e finanza. La tensione geopolitica tra due attori chiave del Medio Oriente non solo influenza i rapporti regionali, ma incide profondamente sull'economia globale. Petrolio alle stelle: impatto sui mercati energetici L'Iran è tra i maggiori esportatori di petrolio e gas naturale , e la sua posizione strategica rende ogni crisi politica una minaccia per l’approvvigionamento mondiale. Il prezzo del Brent ha già registrato un incremento significativo, toccando i 73 dollari al barile , mentre il gas naturale ha subito un aumento del 4% nelle quotazioni europee. Un'eventuale chiusura dello Stretto di Hormuz , da cui transita il 20% del petrolio globale , potrebbe causare un’impennata dei costi energetici, con ripercussioni sull’economia mondiale. Shock finanziari e crollo delle Borse ...

Direttiva Mifid in vigore dal 1 novembre 2007

Tra le altre novità che introdurrà, a partire dal prossimo 1 novembre, la Direttiva Mifid, ve ne sono due particolarmente vantaggiose per i piccoli risparmiatori. Il cosiddetto principio della "best execution" e la nuova disciplina dei conflitti d'interesse. Nel dettaglio, si tratta di due provvedimenti che mirano a risolvere l'ambiguo rapporto tra le banche e i clienti per ciò che attiene la gestione dei fondi. Gli intermediari saranno obbligati ad adottare misure adeguate per identificare e gestire i conflitti d'interesse che possano danneggiare i clienti. Questo può avvenire attraverso rigorosi presidi di governance o attraverso decisioni che incidano sugli assetti proprietari. Se non potranno eliminarli dovranno comunque esporli in modo chiaro. Rendendo autonome le società di gestione del risparmio, le banche permetteranno la concorrenza nella distribuzione dei prodotti finanziari, in maniera tale da ridurre considerevolmente i costi a carico dei risparmiatori. L'altro aspetto positivo della Direttiva Mifid, per ciò che attiene i piccoli risparmiatori, con particolare riferimento ai cosiddetti "clienti retail" è la "best execution", ossia l'obbligo imposto agli intermediari di eseguire l'ordine alle migliori condizioni di mercato in quel momento possibili, anche contro i propri interessi. In base a questo principio, l'intermediario, non solo dovrà valutare le quotazioni del titolo sui vari sistemi su cui viene trattato, ma anche i costi di settlement (Procedura attraverso la quale un emittente retrocede all'investitore una somma in contanti pari alla differenza fra il prezzo dell'attività sottostante ed il prezzo di esercizio nel caso di covered warrant di tipo call, o la differenza fra il prezzo di esercizio de il prezzo del sottostante nel caso di covered warrant di tipo put), le commissioni e la tempestività con la quale l'operazione viene effettuata. Di fatto, le società d'investimento dovranno attenersi alle regole stabilite in materia di trasparenza pre-trade e post-trade, al fine di permettere agli investitori di valutare e confrontare i servizi resi dai singoli intermediari e scegliere quello che gli conviene maggiormente.

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