Impatto economico globale del conflitto Israele-Iran: rischi e scenari

Le conseguenze economiche globali del conflitto tra Israele e Iran  Il conflitto tra Israele e Iran sta destabilizzando i mercati internazionali, generando effetti tangibili su petrolio, energia e finanza. La tensione geopolitica tra due attori chiave del Medio Oriente non solo influenza i rapporti regionali, ma incide profondamente sull'economia globale. Petrolio alle stelle: impatto sui mercati energetici L'Iran è tra i maggiori esportatori di petrolio e gas naturale , e la sua posizione strategica rende ogni crisi politica una minaccia per l’approvvigionamento mondiale. Il prezzo del Brent ha già registrato un incremento significativo, toccando i 73 dollari al barile , mentre il gas naturale ha subito un aumento del 4% nelle quotazioni europee. Un'eventuale chiusura dello Stretto di Hormuz , da cui transita il 20% del petrolio globale , potrebbe causare un’impennata dei costi energetici, con ripercussioni sull’economia mondiale. Shock finanziari e crollo delle Borse ...

Italia: alta pressione fiscale, bassa spesa sociale

Un'indagine condotta dall'Ufficio Studi della Cgia di Mestre mette in evidenza due record negativi del Bel Paese. L'Italia, infatti, è prima in Europa per ciò che attiene la pressione tributaria nel suo complesso (tasse, imposte e tributi) pari al 27,7 % del Pil e ultima per quanto riguarda la spesa sociale (al netto della spesa pensionistica e delle indennita' di disoccupazione) pari, appena, al 9,6% del Pil. La media della pressione tributaria, rilevata dall'Ufficio Studi della Cgia, nei Paesi dell'Unione europea e' del 25,4% sul Pil, mentre quella relativa alla spesa sociale arriva al 13,5%. "Piu' in generale - commenta Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia - non solo spendiamo in welfare meno degli altri ma lo facciamo anche male. Infatti, investiamo quasi due punti di Pil in meno della media europea, ma il 61,8%
del totale della spesa se ne va in pensioni contro una media europea del 45,5%. Questa sperequazione ci toglie la possibilita' di destinare maggiori risorse alla famiglia, ai minori ai disabili e all'esclusione sociale. Voci, queste ultime, che ci vedono impegnare cifre molto molto modeste e del tutto insufficienti". L'Ufficio Studi della CGIA di Mestre rivela nella propria elaborazione i punti critici relativi alla spesa sociale. Uno su tutti quello che riguarda le risorse a disposizione per la
casa e le persone meno abbienti. Ebbene, se in Europa la media dell'investimento arriva all'1% del Pil, l'Italia supera di poco il 'nulla' con lo 0,1% contro la Francia dove si registra l'1,4% e lo 0,8% della Germania. Lo stesso accade nell'ambito dei finanziamenti rivolti alle politiche per la famiglia e i minori: Italia (1,1% sul Pil), Unione europea (2,3%), Francia (2,8%) e Germania (3,2%). Per la Sanita', a fronte di una spesa media dell'Unione europea che arriva all'8% del Pil, l'Italia registra il 6,8%; in Francia si raggiunge quota 9,4% e in Germania l'8,4%. E infine le risorse destinate ai disabili: in Europa la spesa si aggira intorno al 2,2% del Pil, mentre in Italia all'1,7%. Solo la Francia stavolta va peggio con l'1,5%.

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