giovedì 22 maggio 2008

Rinegoziare i mutui ai tassi del 2006

La rinegoziazione dei mutui ipotecari a tasso variabile che, com'è noto, sono stati avvolti da una perversa spirale rialzista dovuta, in primis, al vortice dei mutui subprime americani e ad una congiuntura sfavorevolissima dell'economia mondiale, sarà, di fatto, possibile a partire dal prossimo 1° gennaio 2009.

Per circa un milione e mezzo di famiglie l'accordo, siglato tra il Governo italiano e le banche operanti sul territorio nazionale, consentirà un risparmio che va dagli 850 euro ai 1.200 euro l'anno.

In sostanza si tratta di rinegoziare i mutui a tasso variabile, entro e non oltre il prossimo 31 dicembre, portando i tassi e, di conseguenza, le rate di rimborso, ai livelli medi del 2006. In pratica è come se il mutuo diventasse a tasso fisso (ma ovviamente non lo è!). In virtù di questo accordo, quindi, si potrà pagare di meno ma prolungando, di fatto, la durata del mutuo stesso in base ad un meccanismo legato esclusivamente all'andamento dei tassi di interesse che, nel caso dovessero scendere, darebbero luogo a dei rimborsi nei confronti dei clienti, ad opera delle banche.

A fare chiarezza su quest'ultimo, importante, aspetto dell'accordo ci ha pensato da subito l'Abi che ha specificato che "il meccanismo prevede che, se durante la vita del mutuo rinegoziato, i tassi di interesse scendono sotto il nuovo tasso fisso, allora il beneficio legato al nuovo tasso verrà riconosciuto attraverso il ritorno ad una inferiore rata variabile come prevista dal mutuo originario".

A guadagnarci sono tutti i protagonisti: lo Stato, a cui questo accordo non costerà nulla, i mutuatari che ridurranno finalmente e con sollievo l'esborso mensile e le banche che aumenteranno il proprio guadagno, dovuto in massima parte al prolungamento della durata del contratto.

E' bene parlare anche dello scetticismo che aleggia ormai sovrano tra le associazioni dei consumatori, con in testa il Codacons, l'Adusbef e la Federconsumatori, già deluse dalle banche, ree di aver boicottato e violato a più riprese il decreto Bersani in materia di portabilità dei mutui.
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