Le banche (Istituti di credito) e le Società Finanziarie, compiono un'attività di intermediazione del credito, ovvero, raccolgono i capitali da coloro che li hanno disponibili e che non li possono utilizzare direttamente e li prestano a coloro i quali non ne hanno la disponibilità, ma possono reimpiegarli in modo redditizio. Negli ultimi anni l'economia si è sviluppata sempre di più e il sistema creditizio e bancario ha avvertito l'esigenza di adeguarsi a questi continui mutamenti.
L'aumento della concorrenza tra le banche e le società finanziarie, il bisogno di rivolgersi alla Borsa e al risparmio dei singoli per trovare il capitale e la necessità di agire in modo più snello e adeguato ai tempi, hanno indotto il legislatore a emanare il decreto legge 20 novembre 1990, n° 356, che prevede la ristrutturazione e l'integrazione degli istituti di credito di diritto pubblico.
L'aumento della concorrenza tra le banche e le società finanziarie, il bisogno di rivolgersi alla Borsa e al risparmio dei singoli per trovare il capitale e la necessità di agire in modo più snello e adeguato ai tempi, hanno indotto il legislatore a emanare il decreto legge 20 novembre 1990, n° 356, che prevede la ristrutturazione e l'integrazione degli istituti di credito di diritto pubblico.
In particolare, il credito al consumo è, sotto il versante economico, un importante canale di finanziamento attraverso cui la domanda di beni, cosiddetti "durevoli" (mezzi di trasporto, apparecchi radio televisivi ed elettrodomestici in genere, strumenti musicali, eccetera), può essere soddisfatta oltre il limite del reddito del richiedente mediante un differimento temporale dei pagamenti.
Con l'avvento, a partire dagli inizi del secolo trascorso, di una produzione su larga scala dei beni di consumo, con conseguente loro commercializzazione e distribuzione di massa, le problematiche dell'espansione della domanda dei beni in parola e della stessa esistenza della struttura industriale di produzione vengono invece a coincidere, atteso che questa, per potersi giustificare ed espandere, postula il crescente assorbimento da parte del mercato dei beni di consumo prodotti.
La vendita a rate o vendita con riserva della proprietà (oggi detta credito al consumo) era lo strumento giuridico originariamente volto a regolare rapporti della specie. Svolgendosi il negozio tra due parti, l'allocazione del rischio ed i profili di imputazione della responsabilità seguivano i consueti canoni formalizzati dalle relative norme civilistiche a disciplina di operazioni di credito economicamente e giuridicamente corrispondenti.
A seguito della crescita dei consumi e per effetto di una più elevata propensione all'indebitamento, il fenomeno della "corsa ai prestiti" inizia ad assumere dimensioni sempre più vaste, imbastardendo, se possibile il mondo del credito al consumo, divenuto ormai una vera e propria giungla.
Muta, conseguentemente, anche la struttura del rapporto, in quanto il credito viene ora fornito da un terzo specializzato (banca, istituto finanziario, società finanziarie specializzate nel credito al consumo), il cui intervento ha una duplice funzione: quella di procurare al consumatore il finanziamento per l'acquisto dei beni o dei servizi e di fornire al circuito della distribuzione i capitali necessari. Altro importante effetto è quello di far ulteriormente crescere verso l'alto la curva della domanda dei beni, stante tanto la disponibilità da parte dei finanziatori istituzionali di una capillare rete distributiva che consente di raggiungere un alto numero di clienti finali, quanto l'esistenza (per gli operatori bancari) di un costo della raccolta particolarmente basso, che consente di offrire alle famiglie finanziamenti a tassi inferiori rispetto a quelli praticabili in una normale vendita a rate finanziata direttamente dal commerciante.
A tal proposito, essendo particolarmente variegata l'offerta finanziaria, soprattutto in Italia, consigliamo vivamente a tutti coloro i quali hanno necessità di richiedere un finanziamento, un piccolo prestito personale o un mutuo, di non fermarsi alla prima proposta che viene fatta, magari dalla Banca o dalla Società Finanziaria sotto casa! E' buona norma confrontare le offerte di più operatori così da ottenere condizioni e tassi d'interesse migliori!
Le caratteristiche principali che è bene siano proprie di un Istituto di credito, di una Società finanziaria, di un Consulente finanziario, sono essenzialmente le seguenti:
VELOCITA' NELLA CONCESSIONE DEL CREDITO: Possibilità di concedere acconti e prestiti immediati;
RISERVATEZZA: Accesso ai prestiti ai lavoratori dipendenti anche se protestati o pignorati, a firma singola, a domicilio o anche a distanza, con accesso alle informazioni personali del richiedente, discreto e riservato, attraverso procedure informatizzate che rispettino le norme vigenti in materia di tutela della privacy.
PROFESSIONALITA': Un professionista serio e affidabile nel campo della mediazione creditizia (prestiti,credito al consumo), quale può essere, ad esempio, un agente finanziario, vi deve prospettare tutte le alternative possibili, vi deve spiegare nel dettaglio quali sono i vantaggi, quali i costi e i rischi delle alternative propostevi. Un professionista non vi vende un prodotto finanziario per poi abbandonarvi al vostro destino, ma vi deve affiancare e seguire passo dopo passo nella gestione del vostro denaro (anche perchè è proprio dalla gestione del vostro denaro che un consulente finanziario si guadagna da vivere). L'obiettivo del consulente finanziario è quindi capire le vostre esigenze (e quindi un buon consulente farà molte domande sulla vostra situazione patrimoniale e personale, per capire chi siete e cosa cercate) al fine di scegliere il prodotto finanziario che ha la maggior probabilità di raggiungere gli obiettivi emersi nella discussione sui vostri bisogni/aspettative (migliori prodotti in termini di rendimento, costi che comportano, volatilità dei prezzi, penali di uscita anticipata).
CONVENIENZA: Per convenienza si fa, ovviamente, riferimento ai tassi d'interesse applicati, al TAN e al TAEG, che sono le voci maggiormente soggette a variazioni da parte di un operatore piuttosto che da un altro. Stabilite voi un limite entro il quale ritenete conveniente estinguere il debito e cercate, in fase di contrattazione con il consulente finanziario al quale vi siete rivolti, di stipulare un contratto conforme quanto più possibile alle vostre reali necessità di credito.