Impatto economico globale del conflitto Israele-Iran: rischi e scenari

Le conseguenze economiche globali del conflitto tra Israele e Iran  Il conflitto tra Israele e Iran sta destabilizzando i mercati internazionali, generando effetti tangibili su petrolio, energia e finanza. La tensione geopolitica tra due attori chiave del Medio Oriente non solo influenza i rapporti regionali, ma incide profondamente sull'economia globale. Petrolio alle stelle: impatto sui mercati energetici L'Iran è tra i maggiori esportatori di petrolio e gas naturale , e la sua posizione strategica rende ogni crisi politica una minaccia per l’approvvigionamento mondiale. Il prezzo del Brent ha già registrato un incremento significativo, toccando i 73 dollari al barile , mentre il gas naturale ha subito un aumento del 4% nelle quotazioni europee. Un'eventuale chiusura dello Stretto di Hormuz , da cui transita il 20% del petrolio globale , potrebbe causare un’impennata dei costi energetici, con ripercussioni sull’economia mondiale. Shock finanziari e crollo delle Borse ...

Investire sui Paesi emergenti

I Paesi emergenti producono il 50% della ricchezza mondiale, hanno una popolazione giovane e il debito pubblico è sotto controllo, a differenza dell'Europa. Persino Banca Etica ha rivisto la scelta di non vendere prodotti finanziari legati a queste aree (i problemi sono corruzione, povertà, mancanza di democrazia). "Ne abbiamo messo sotto osservazione alcuni e penso che il Brasile sarà una delle nostre proposte per il 2013" - spiega Alessandra Viscovi, direttore generale di Etica Sgr - "ma la vera novità è l'Africa subsahariana è uno dei mercati più promettenti per gli investitori ma le società quotate in Borsa sono ancora poche per cui può essere difficile trovare titoli da acquistare" - ha spiegato, invece, Alida Carcano, vicepresidente della società d'investimenti Valeur. Sul mercato ci sono fondi specializzati (soprattutto Sudafrica) o con un approccio più ampio (i global emerging markets), che investono dalla Cina al Brasile, alla Malesia, passando per Monzambico e Ghana. Il colosso svizzero Pictet ha lanciato un fondo che investe in società quotate nelle Borse di Paesi emergenti che distribuiscono alti dividendi: si guadagna dalla crescita del titolo in Borsa e anche dalla cedola. Il Fondo monetario internazionale, in merito agli investimenti relativi ai Paesi africani, prevede una crescita superiore al 5,5% nel corso di quest'anno. L'investimento va fatto minimo per 5 anni, in modo da assorbire le fluttuazioni dovute a Paesi ancora instabili sotto il profilo politico e dell'inflazione. Il rischio dell'investimento è medio-alto, il che vuol dire che è consigliabile affidarsi a dei professionisti piuttosto che ricorrere al fai da te.

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