
Il sogno di una vita, il nido d'amore per giovani coppie che si apprestano ad affrontare l'avventura più esaltante e difficile che esista, ovvero condurre in porto il progetto più ambizioso di tutti, metter su casa e costruire le basi solide della propria famiglia. Un sogno difficile da realizzare e assai proibitivo, soprattutto per chi vive nel Centro Italia. Comprare casa conviene più al Sud che al Nord, ma complessivamente, gli immobili più costosi risiedono nel bel mezzo della nosta penisola.
Ad indicarlo è l'indice di affordability, elaborato in esclusiva per Casa&Case dall'ufficio studi della Associazione bancaria italiana, dal ministero del Lavoro e dall'agenzia del Territorio. Questo indice misura l'accessibilità degli italiani all'acquisto della casa (una sorta di indice che misura il potere d'acquisto degli italiani in funzione dell'impegno economico necessario a sostenere l'acquisto di un'unità immobiliare), ponderando il reddito con la componente finanziaria (tasso di interesse sui mutui e andamento dei prezzi delle case).
Dalla elaborazione emerge che sono avvantaggiati gli abitanti dell'Italia meridionale e insulare con un indice di affordability superiore a quello medio di 2 punti percentuali. Al Nord le condizioni di accesso sono perfettamente in media, mentre risultano penalizzati nell'acquisto gli abitanti dell'Italia centrale.
La convenienza di un investimento al Sud è dettata non solo dal fatto che le case costano meno, ma anche dal calcolo del costo dell'abitazione in funzione del reddito, più basso rispetto al Nord ma meno del differenziale dei prezzi immobiliari. Nel dettaglio, fatto 100 il costo della casa nella media italiana, il costo è pari a 134 nell'Italia Centrale, a 107 per l'Italia Settentrionale e a 74 per il Mezzogiorno.
A determinare un divario tanto consistente del potere d'acquisto da un'area all'altra contribuiscono diversi fattori esogeni che rendono incoerenti le quotazioni immobiliari rispetto al potenziale economico delle famiglie: in particolare giocano un ruolo rilevante il pregio storico del patrimonio residenziale, la vocazione turistica del territorio e la presenza di grossi conglomerati urbani. Riguardo a quest'ultimo aspetto, infatti, il costo delle case nelle otto principali città è il doppio di quello medio italiano e quasi il triplo se ci si riferisce alle famiglie che abitano nei centri storici. Per questo, il vantaggio reddituale delle famiglie che abitano nei grossi centri (+22% rispetto alla media nazionale secondo Banca d'Italia) è vanificato da prezzi delle case decisamente più cari rispetto ai piccoli centri e al Mezzogiorno.
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