Impatto economico globale del conflitto Israele-Iran: rischi e scenari

Le conseguenze economiche globali del conflitto tra Israele e Iran  Il conflitto tra Israele e Iran sta destabilizzando i mercati internazionali, generando effetti tangibili su petrolio, energia e finanza. La tensione geopolitica tra due attori chiave del Medio Oriente non solo influenza i rapporti regionali, ma incide profondamente sull'economia globale. Petrolio alle stelle: impatto sui mercati energetici L'Iran è tra i maggiori esportatori di petrolio e gas naturale , e la sua posizione strategica rende ogni crisi politica una minaccia per l’approvvigionamento mondiale. Il prezzo del Brent ha già registrato un incremento significativo, toccando i 73 dollari al barile , mentre il gas naturale ha subito un aumento del 4% nelle quotazioni europee. Un'eventuale chiusura dello Stretto di Hormuz , da cui transita il 20% del petrolio globale , potrebbe causare un’impennata dei costi energetici, con ripercussioni sull’economia mondiale. Shock finanziari e crollo delle Borse ...

Aumento dei tassi ma mutui ancora sostenibili

Nonostante il costo del denaro sia stato aumentato da parte della Bce di un quarto di punto, passando dall'1% all'1,25%, tutto sommato gli effetti immediati sulle rate dei mutui saranno ampiamente sostenibili e le ragioni alla base di queste considerazioni sono molteplici. Analizzando le caratteristiche dei finanziamenti concessi dagli istituti di credito negli ultimi 10 anni notiamo che i prestiti erogati fino al 2007, al massimo, torneranno ad avere rate a livello di quelle iniziali e che quindi all'epoca erano sostenibili. Bisogna ricordare che si tratta di finanziamenti per i quali i debitori sono già riusciti ad affrontare i costi, molto maggiori, degli incrementi registrati tra la fine del 2007 e la fine del 2008. Inoltre, i mutui concessi a ridosso e nel pieno della crisi (inizio 2007 - fine 2008) sono partiti a tasso molto elevato e l'aumento dell'Euribor comunque porterà a un esborso inferiore a quello affrontato per le prime rate. Ad esempio, un mutuo ventennale partito ad aprile 2008 aveva una rata iniziale di 716 euro; in seguito ad un aumento del 2% da parte dell'Euribor, tra 1 anno, costerebbe 620 euro (oggi la rata vale 464 euro), ovvero 96 euro in meno rispetto a quello delle prime rate. Infine, i mutui avviati nel 2009 e nel 2010 subiranno sì un secco incremento rispetto alle rate iniziali ma si può presumere che, dopo la stretta nei criteri di valutazione creditizia, nessuna banca abbia concesso mutui che facevano indebitare al limite le famiglie su tassi attorno al 2% e perciò destinati a un inevitabile aumento. In fase di istruttoria le possibilità di rimborso sono state presumibilmente tarate dalla banca creditrice su pagamenti mensili a regime attorno al 4%. Per chi si trovasse in seria difficoltà comunque restano aperte diverse opzioni, come l'allungamento del debito tramite rinegoziazione diretta con la propria banca o tramite surroga o la richiesta di moratoria, nei termini dell'accordo stipulato tra consumatori e Abi.

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