Impatto economico globale del conflitto Israele-Iran: rischi e scenari

Le conseguenze economiche globali del conflitto tra Israele e Iran  Il conflitto tra Israele e Iran sta destabilizzando i mercati internazionali, generando effetti tangibili su petrolio, energia e finanza. La tensione geopolitica tra due attori chiave del Medio Oriente non solo influenza i rapporti regionali, ma incide profondamente sull'economia globale. Petrolio alle stelle: impatto sui mercati energetici L'Iran è tra i maggiori esportatori di petrolio e gas naturale , e la sua posizione strategica rende ogni crisi politica una minaccia per l’approvvigionamento mondiale. Il prezzo del Brent ha già registrato un incremento significativo, toccando i 73 dollari al barile , mentre il gas naturale ha subito un aumento del 4% nelle quotazioni europee. Un'eventuale chiusura dello Stretto di Hormuz , da cui transita il 20% del petrolio globale , potrebbe causare un’impennata dei costi energetici, con ripercussioni sull’economia mondiale. Shock finanziari e crollo delle Borse ...

ABI dichiara guerra al contante per contrastare le rapine in banca!

L'Italia ha un triste primato. E' il Paese europeo in cui si registrano il maggior numero di mini rapine! Sarebbero, secondo una stima dell'ABI, circa 2700 - 2800 all'anno le rapine in banca. La ragione è da attribuire principalmente all'uso del denaro contante. Infatti, per bocca del direttore generale dell'ABI, Giuseppe Zadra, "in Italia c'è ancora troppo contante in giro e i rapinatori vedono la banca come il salvadanaio da rompere. Sappiamo che in Italia il 90% dei pagamenti avviene in contanti. Noi pensiamo che un nesso causale ci sia tra l'eccesso di moneta contante in circolazione e l'eccesso di misfatti. Per questo motivo abbiamo adottato una strategia, denominata war on cash (letteralmente guerra al contante), convinti che il denaro contante possa e debba ridursi". Gli importi medi delle rapine in banca - riferisce l'Abi -, in Italia, non superano i 20.000 euro e le più frequenti non superano i 2 o 3000 euro. Al fine di prevenire i fenomeni criminosi, tutti gli istituti di credito sparsi sul territorio italiano, già da qualche tempo espongono un'ampia messaggistica di sicurezza che avverte che la filiale è dotata di metal detector e l'area è costantemente videosorvegliata. Alcune banche, poi, sono dotate di dispositivi in grado di rilevare il profilo biometrico dei clienti e di cassaforti temporizzate. Non tutte, purtroppo, hanno una guardia armata. "Insomma, - conclude l'Abi -, spendiamo 800 milioni di euro all'anno in fatto di sicurezza e, se teniamo conto del fatto che in Italia esistono circa 35 milioni di conti correnti attivi, vuol dire che ogni anno si spendono in sicurezza 23 euro per cliente. Per questo motivo, quando le banche italiane vengono accusate di essere particolarmente care, bisogna considerare l'incidenza dei costi per garantire la sicurezza che, da noi, costa ben cinque volte in più rispetto alla Germania".

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