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giovedì 13 febbraio 2025

Proposta di legge per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di stipendio: scontro in parlamento

 

Una proposta di legge attualmente in discussione alla Camera dei deputati prevede una riduzione dell'orario di lavoro settimanale da 40 a 32 ore, mantenendo invariato lo stipendio. Questo cambiamento mira a migliorare la qualità della vita lavorativa, senza compromettere il salario dei dipendenti. Tuttavia, la proposta ha suscitato accesi dibattiti tra la maggioranza e l'opposizione, con le opposizioni che accusano la maggioranza di rinviare la discussione.

I dettagli della proposta di legge

La legge, che è stata presentata dai parlamentari Fratoianni (Avs), Conte (M5S) e Scotto (Pd), si propone di favorire la riduzione dell’orario lavorativo attraverso la stipulazione di contratti collettivi nazionali, aziendali e territoriali, che possano stabilire un orario settimanale ridotto. I modelli organizzativi previsti potrebbero includere anche turni distribuiti su quattro giorni lavorativi. A tale riduzione si accompagnerebbero investimenti in formazione, innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale.

Il confronto politico

La proposta è stata oggetto di un acceso dibattito alla Camera, con il voto della maggioranza che ha deciso di rinviare il progetto in commissione. La leader del Partito Democratico, Elly Schlein, ha accusato la destra di voler insabbiare la legge, mentre Walter Rizzetto (Fdi), presidente della Commissione Lavoro, ha risposto che il rinvio è dovuto alla necessità di esaminare gli effetti economici e finanziari della proposta, che potrebbe comportare una riduzione significativa delle entrate fiscali.

Incentivi per le imprese


Uno degli aspetti chiave della proposta è la creazione di incentivi per le aziende private che adotteranno la riduzione dell'orario lavorativo. In particolare, si prevede un esonero del 30% dei contributi previdenziali per i datori di lavoro che applicano contratti collettivi con orari ridotti, esclusi i settori agricolo e del lavoro domestico. Per le piccole e medie imprese, l'esonero potrebbe arrivare fino al 50%. Inoltre, per alcuni settori particolarmente faticosi, come quello edilizio, delle costruzioni e della sanità, l'esonero contributivo potrebbe salire fino al 60%.

L'Osservatorio Nazionale sull’orario di lavoro

La proposta di legge prevede anche la creazione di un Osservatorio presso l'Inapp (Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche), che avrà il compito di monitorare gli effetti della riduzione dell'orario lavorativo. Questo osservatorio analizzerà gli impatti economici, valuterà l'efficacia della formazione e della riqualificazione professionale, e monitorerà gli investimenti in nuove tecnologie nelle imprese.

Il referendum per la riduzione dell’orario di lavoro

Se non dovessero essere stipulati contratti collettivi nazionali per la riduzione dell'orario, i lavoratori, tramite referendum, potranno chiedere l'applicazione della settimana lavorativa di 32 ore a parità di retribuzione. La proposta di contratto dovrà essere approvata dalla maggioranza dei dipendenti e, se accettata dal datore di lavoro, diventerà effettiva.

Impatti economici e copertura finanziaria

Il costo della proposta è stimato in 50 milioni di euro per il 2024 e 275 milioni di euro per gli anni successivi. La copertura finanziaria sarà assicurata tramite una riduzione del "Fondo nuove competenze", con l'obiettivo di garantire la sostenibilità della legge senza compromettere le finanze pubbliche.

La proposta di legge sulla riduzione dell'orario di lavoro sta creando un vivace dibattito politico, con forti divergenze sulla sua sostenibilità economica e sugli effetti a lungo termine. L'intento di migliorare la qualità della vita lavorativa è un obiettivo condiviso, ma i dettagli della sua attuazione potrebbero determinare il successo o il fallimento di questa iniziativa. L'Osservatorio nazionale e gli incentivi alle imprese sono strumenti cruciali per monitorare l'impatto delle nuove normative e assicurare una transizione equilibrata verso una settimana lavorativa più corta.

Credit photo: Marco Oriolesi 

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