E' una notizia che era lecito attendersi. L'
Euribor a tre mesi, l'indice a cui si agganciano i mutui, ha superato la soglia dell'1,3% attestandosi all'1,311% (venerdì scorso l'indice era all'1,294%). Il dato è in linea anche con gli aumenti dell'indice nella sua versione ad un mese che, ad oggi è pari all'1,116% (precedentemente 1,077%), e ad una settimana 1,107% (era attestato all'1,030%). La conseguenza immediata di questo aumento, che determina scambi di denaro tra banche più onerosi, sarà l'aumento dei tassi d'interesse applicati sui mutui, con particolare riferimento a quelli variabili, attualmente ancora molto convenienti e competitivi rispetto ai più onerosi ma sicuri mutui a tasso fisso. In un contesto del genere, all'indomani dell'aumento dei tassi anche da parte della Bce che ha incrementato di un quarto di punto il costo del denaro, portandolo all'1,25% sarebbe saggio prendere in considerazione la sottoscrizione di un prodotto che abbina la convenienza del tasso variabile alla tranquillità di un tasso che non possa oltrepassare una determinata soglia. Un prodotto del genere esiste ed è il
mutuo variabile con cap che, a differenza del variabile puro, offre una preziosa protezione dall'eccessivo aumento dei tassi, attuando un meccanismo assai semplice, ovvero consentire al mutuatario di stipulare un contratto di mutuo che prevede un tetto massimo oltre il quale il tasso d'interesse applicato al finanziamento non possa andare.
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