sabato 29 settembre 2012

Mutui agevolati nel salernitano grazie al patto sottoscritto da Ance e Banca Ubi Carime

Mutui a tasso agevolato saranno erogati nel salernitano grazie ad un importante accordo siglato tra Ance (Associazione nazionale costruttori edili) e Banca Ubi Carime. L'obiettivo dell'iniziativa è quello di alimentare il mercato dei mutui che, come del resto è avvenuto in tutta Italia, è crollato vertiginosamente e che, localmente, ha raggiunto vette inimmaginabili che si attestano a ridosso del 65%. La politica adottata dai promotori dell'iniziativa mira a favorire anche il rilancio del comparto edilizio e di tutto il suo indotto, soprattutto in ambito provinciale e regionale, poiché sarà applicato un tasso ridotto per chi acquista da aziende edili salernitane e per chi affida la ristrutturazione a imprese locali. "L’accordo - ha dichiarato Sergio Mazzarella, responsabile dell’area Sud dell’istituto di credito - consentirà ai clienti di azzerare le spese per l’istruzione della pratica e sarà operativo fin da subito nei nostri sportelli sparsi sul territorio. Un’altra garanzia sarà la celerità con cui la banca comunicherà ai privati l’esito del mutuo che, indipendentemente dal tipo di tasso (sia fisso che variabile), sarà comunque intorno al 4%".

venerdì 28 settembre 2012

La Regione Lombardia vara importanti misure in aiuto dei mutuatari in difficoltà economica

I mutui sono sempre al centro dei pensieri di migliaia di mutuatari che, viste le oggettive difficoltà economiche derivanti dalla crisi in atto, stentano sempre più ad onorare le obbligazioni assunte dovendo, pertanto, saltare il pagamento delle rate, con conseguenze molto spesso devastanti. Al fine di evitare situazioni sgradevoli e dai risvolti sociali drammatici, la Regione Lombardia, di concerto con 10 importanti istituti di credito operanti sul territorio e Finlombarda, ha messo a punto quattro, importanti, iniziative atte a soddisfare esigenze assai diverse appartenenti a tipologie di utenti ben distinte tra loro. Vediamo di cosa si tratta.

Il provvedimento denominato "Salva Mutui" prevede che è possibile sospendere il mutuo per un periodo massimo di un anno o dilazionare il rateo fino a 40 anni abbassando, in questo modo, l’importo della rata mensile. Questa misura, promossa in collaborazione con Intesa Sanpaolo, è riservata a chi ha perso il posto di lavoro, a chi ha subito sospensioni dal lavoro o riduzioni dell’orario per un periodo di almeno 30 giorni e a chi ha subito un decesso in famiglia o si trova in condizioni di non autosufficienza.

Le agevolazioni alle giovani coppie per l’acquisto della prima casa, invece, prevedono la concessione di un contributo a fondo perduto per l’abbassamento del tasso del mutuo, per i primi 5 anni, per un ammontare complessivo pari al 2%. Questa misura, promossa di concerto con Finlombarda, è destinata a tutti coloro i quali abbiano contratto matrimonio dal primo giugno 2012 al 31 maggio 2013, abbiano acquistato la prima casa a un prezzo massimo di 280.000 euro, e abbiano stipulato un mutuo di durata non inferiore a 20 anni con una banca convenzionata con Finlombarda. Il plafond a disposizione dell'iniziativa è pari a 5 milioni di euro.

Il fondo per il sostegno abitativo ai cittadini con forte disagio economico, dal canto suo, prevede, per tutti coloro i quali hanno un mutuo con Unicredit Banca, che un mutuatario in difficoltà economica può vendere la propria abitazione a Unicredit Managment Immobiliare Spa e saldare così il debito residuo con i proventi della vendita. La casa, tuttavia, rimane nella disponibilità del mutuatario che la occuperà da affittuario, per 4+4 anni, a un canone sostenibile. Al quinto anno o all’ottavo anno poi potrà riacquistare l’immobile allo stesso prezzo al quale era stato venduto a Unicredit.

Infine, il contributo straordinario alla locazione, prevede l'erogazione di una somma pari a 1.200 euro direttamente sul conto corrente del padrone di casa. Per beneficiare di questa opportunità occorre presentare domanda al proprio municipio di residenza. Sempre la Regione, offre 1.500 euro e 2.000 euro a fondo perduto, rispettivamente agli affittuari licenziati o in mobilità e sfrattati. In questo caso le richieste vanno presentate ai Caaf convenzionati con la Regione.

Mutui: nuove linee guida per determinare il tasso Libor

Il tasso Libor, presente prevalentemente nei mutui dei consumatori statunitensi e inglesi, più raramente italiani in quanto i mutui di casa nostra sono indicizzati all'Euribor, ha finalmente delle nuove linee guida atte a renderlo meno manipolabile e più semplice da determinare. A dettarle è stato Martin Wheatley direttore della Fsa (Financial Services Authority) affermando, prima di tutto, che "il Libor può essere riformato attraverso un radicale piano di riforme". Tra gli spetti più interessanti e che segnano un punto di rottura con il passato, vi è senza ombra di dubbio il fatto che la responsabilità di governance e vigilanza sul tasso dovrà passare dall'associazione bancaria British Banker's Association, composta da appena 16 istituti di credito, alla Fsa. Ma non solo, i submitter (coloro che fissano il rating per ogni banca) dovranno essere selezionati dalla stessa Authority. Wheatley ha comunque fatto un discorso a tutto campo, pregno di buon senso, i cui punti salienti prevedono misure attuabili a breve termine, sulla cui incisività ed efficacia non ci sono molti dubbi. Ad esempio, il direttore della Fsa, vuole che i tassi Libor, attualmente 150, vengano ridotti a 20, che siano eliminate le corone danese e svedese e i dollari australiano, canadese e neozelandese. L'obiettivo è quello di rendere il meccanismo meno virtuale, basato cioè sulle aspettative, e più conforme con la domanda vera del mercato. Affinché ciò avvenga è giusto che si riferisca a valori reali e non presunti. Il tasso Libor è una creazione del mercato, inventata dal mercato per il mercato. In questo contesto, operatori senza scrupoli hanno causato pesanti distorsioni del mercato arricchendosi alle spalle dei consumatori apportando, a loro piacimento impercettibili variazioni nei tassi. Il tasso Libor è utilizzato come prezzo di riferimento per oltre 300 trilioni di dollari di prestiti e di altre operazioni, di vario tipo, in tutto il mondo. Queste vanno dagli interest rate swap ai finanziamenti diretti, dai mutui per le persone comuni ai prestiti destinati alle imprese commerciali. Il problema principale che ha fatto saltare il banco risiede nell'incapacità, da parte del sistema, di gestire i conflitti di interesse. Il tasso dovrebbe rappresentare il costo reale a cui prendere un prestito dalla banca ma, poiché gli istituti di credito dispongono di una miriade di offerte diverse, soprattutto per ciò che attiene il mercato degli swap, che è diventato più o meno redditizio a seconda del tasso Libor corrente, si è venuta a creare una situazione paradossale in cui chi era preposto a vigilare e a decidere in merito all'andamento del tasso stesso era il medesimo soggetto che, in termini di guadagno, dipendeva da queste offerte e, quindi, aveva interesse a spingere il tasso su o giù, a seconda della necessità.

giovedì 27 settembre 2012

La Financial Services Authority britannica è stata sommersa di reclami a causa delle assicurazioni sui mutui

Non solo in Italia esistono problematiche legate al cosiddetto credit protection, ovvero le polizze di protezione che vengono stipulate a copertura dei rischi derivanti dalla possibile insolvenza dei mutuatari in seguito a molteplici cause, prime fra tutte la perdita del posto di lavoro. Nel nostro Paese è sempre guerra aperta tra l'Isvap e gli istituti di credito e il governo. Le misure via via adottate non sono mai del tutto gradite né alle compagnie di assicurazione né alle banche. Questo malcontento evidentemente esiste anche all'estero e la notizia che la Financial Services Authority britannica sia stata sommersa di reclami lo dimostra. A renderlo noto è stato l'autorevolissimo quotidiano britannico Telegraph. Il numero totale dei reclami ricevuti dall'Authority è salito del 59% in sei mesi ma, circoscrivendo il dato alle sole assicurazioni dei mutui, l’aumento è molto più consistente e si attesta addirittura al 129%. Nel mese di agosto sono pervenute alla Financial Services Authority circa 1.500 nuove denunce al giorno, stando alle dichiarazioni del Difensore civico finanziario. Finora – ha detto sempre il Telegraph – tale vicenda è costata 9 miliardi di sterline alle banche d’oltremanica. Questi prodotti assicurativi sono, da tempo, finiti nell’occhio del ciclone poiché in molti casi si sono rivelati inutili e costosi. Per giunta, in molti casi sarebbero stati erroneamente presentati come obbligatori.

Valutazione della carta Vodafone Smart Pass

La Vodafone Smart Pass è la prima carta prepagata nata per soddisfare un bisogno ormai sempre più evidente da parte dei consumatori, ovvero pagare in maniera comoda, facile e sicura attraverso un dispositivo mobile. Vodafone, prima tra le aziende del settore della telefonia mobile, ha pensato bene di mettere a punto un sistema di pagamento per gli smartphone riservato a tutti i possessori di un numero Vodafone attivo e di un device appartemente a questa categoria. La carta prepagata Vodafone Smart Pass consente di effettuare acquisti non solo in Italia ma in tutto il mondo, presso tutti gli esercizi commerciali aderenti al circuito MasterCard e CartaSi, anche via internet. Inoltre, è possibile effettuare acquisti tramite l'innovativa modalità Tap&Go (è una nuova tecnologia che permette di effettuare tutte le spese fino a 25 euro avvicinando la carta ad un apposito lettore) presso tutti i negozi che espongono il logo MasterCard PayPass. Al fine di gestire e controllare agevolmente le spese sostenute, per ricaricare il cellulare, o per trasferire denaro ad altre carte Vodafone Smart Pass è disponibile un'apposita App per Android e per iOS. La carta, come dicevamo, è ricaricabile e per poter trasferire denaro su di essa esistono molteplici possibilità tra cui  anche quella di effettuare un bonifico bancario grazie al codice IBAN che si trova sul retro della carta, con una carta di credito CartaSi o con qualunque carta Visa o MasterCard. Sul fronte dei prelievi di denaro, come tutte le carte di credito, sarà possibile effettuarli da qualsiasi sportello ATM. Ma non è tutto. Ogni acquisto effettuato con la carta Vodafone Smart Pass concorre all'accumulo dei punti Vodafone You (1 punto Vodafone YOU ogni 20 euro spesi). La carta prepagata Vodafone Smart PASS per essere ricaricata deve essere associata ad un numero telefonico Vodafone. In questo modo si costituisce il collegamento necessario a garantire la sicurezza delle transazioni. Nel momento in cui la carta viene disassociata da un numero Vodafone non sarà più possibile ricaricarla. É possibile continuare a spendere il credito per altri sei mesi e richiedere il rimborso del credito residuo. La Smart Pass è disponibile in due versioni, quella fisica e quella virtuale. La capienza massima, nel primo caso è pari a 12.500 euro mentre nel secondo ad appena, si fa per dire, 2.500 euro. Per ogni numero di telefono Vodafone si può richiedere una sola carta e si possono avere un massimo di 3 carte per ogni codice fiscale; ma in ogni caso mai una carta fisica e una virtuale con lo stesso numero di telefono. Tutti i servizi via SMS sono gratuiti, è gratuita l'adesione ed è gratuita anche la ricezione degli SMS. Per ciò che attiene i costi diciamo che le ricariche sono gratuite, trasferire denaro ad altre carte Smart Pass implica, invece, il pagamento di una commissione pari a 2 euro, così come avviene per i prelievi effettuati in Italia, mentre all'estero si dovranno sborsare ben 5 euro per effettuare un prelievo. Tutto sommato si tratta di un buon prodotto, che di certo semplifica notevolmente le procedure di pagamento grazie, soprattutto alla tecnologia Contactless Tap&Go. Vale sicuramente la pena di provarla, anche se sul fronte dei costi rimane un tantino cara. Voto: 6,5

mercoledì 26 settembre 2012

La Bba abbandona il ruolo di supervisore nel fixing del tasso Libor

Si aprono nuovi, interessanti scenari nel mercato dei mutui all'indomani dell'annuncio, della British Bankers Association (Bba), di farsi da parte in merito al suo ruolo di supervisore nel fixing del tasso Libor. Questa presa di posizione, doverosa, specie alla luce di quanto è emerso pochi giorni fa in merito ad alcuni dirigenti della Royal Bank of Scotland (Rbs) che, pare, abbiano giocato un ruolo fondamentale nella manipolazione del Libor, è arrivata ieri prima che il team di revisione della Financial Services Authority renda nota la nuova regolamentazione per il Libor. Molti operatori del settore si chiedono, leggittimamente, ora cosa succederà? Non è facile fare delle previsioni in tal senso, ma di certo è necessaria più trasparenza sui mutui. Giorni fa sia l'Eba, (Associazione delle banche europee), che l'Esma, (Authority incaricata di vigilare sulla stabilità dei mercati finanziari), hanno preannunciato che a partire da gennaio proporranno tutta una serie di norme alle quali le banche dovranno attenersi scrupolosamente per la costruzione dei tassi benchmark come Libor ed Euribor. L'obiettivo è garantire una metodologia di calcolo trasparente, sottoposta a verifica e priva di possibili conflitti di interessi che, come si è visto, hanno condizionato pesantemente l'intero settore. Nonostante la portata dello scandalo scoppiato questa estate, a tutt'oggi, l'unica ad avere ammesso le proprie responsabilità è stata Barclays. La sua ammissione di colpa le è costata una multa da 290 milioni di sterline e la testa del presidente e dell'amministratore delegato del gruppo.

Crolla il mercato dei mutui. Una non notizia ampiamente annunciata

Parlando di crollo dei mutui in Italia ormai si ha la sensazione di fornire una non notizia ai lettori di blog e giornali. I motivi alla base di questa analisi sono molteplici e tutti, messi insieme, determinano quella che è una conseguenza logica, ovvero una notevolissima contrazione del mercato dei mutui. Crisi economica, mancato adeguamento dei salari al costo della vita, mancanza di lavoro, lavoro precario, aumentata rigidità da parte degli istituti di credito nell'erogare i mutui, sono solo alcuni dei motivi che generano questo trend negativo. Ormai non ci stupiamo più nel leggere le cifre precedute dal segno meno e, quindi, anche questa volta, le riportiamo più per dovere di cronaca che non per suscitare stupore nei lettori. Nel primo trimestre 2012 i mutui (92.415 in totale) sono crollati, diminuendo del 49,6% rispetto al primo trimestre 2011. I mutui con costituzione di ipoteca immobiliare (64.116) hanno registrato una flessione tendenziale del 39,2%, quelli non garantiti da ipoteca immobiliare (28.299) sono diminuiti del 63,6%. Per i mutui non garantiti da ipoteca immobiliare è il Centro (-74,5%) a registrare la flessione tendenziale più marcata, mentre per quelli garantiti da ipoteca immobiliare il calo tendenziale maggiore si registra nelle Isole (-45,8%). Inutile dire che questo momento di crisi generalizzata del settore, investe in maniera assai marcata anche il mercato immobiliare, all'interno del quale, le vendite, sono diminuite, su base annua, del 17%.

lunedì 24 settembre 2012

Il Ministero del Tesoro analizza l'andamento del credito in Italia

Che la situazione del credito in Italia non sia particolarmente florida è risaputo da tempo, ma ciò che evidenzia il Ministero del Tesoro nella nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2012 è un quadro generale in cui la stabilità della situazione non genera particolare entusiasmo. Il Ministro Grilli sprizza ottimismo da tutti i pori e, da italiani, dobbiamo dargli fiducia, però più passa il tempo e minore è lo spazio che si può lasciare alla libera interpretazione di dati che appaiono incontrovertibili e che non fanno stare del tutto tranquilli, anche se il margine per una ripresa efficace c'è tutto. Si legge nella nota: "Le turbolenze sui mercati finanziari hanno inciso anche sull’andamento del credito. Con riferimento alle banche, le difficoltà dal lato della provvista e le incertezze sulla solidità del portafoglio crediti hanno generato un inasprimento delle politiche creditizie con innalzamento dei tassi creditori delle banche. Le operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema hanno contribuito in misura rilevante a garantire la disponibilità di liquidità bancaria, ma questo non si è tradotto in un proporzionale aumento di crediti concessi all’economia. Dopo il recupero registratosi nel 2011, la variazione annuale degli aggregati creditizi degli istituti finanziari al settore privato ha iniziato ad essere nuovamente in territorio negativo negli ultimi mesi. La tendenza negativa è stata particolarmente marcata per le imprese. In luglio il costo dei nuovi prestiti alle imprese italiane da uno a cinque anni, fino a un milione di euro, è risultato pari al 6,2% rispetto al 4% registratosi per le imprese tedesche. Questo in parte riflette la frammentazione dei mercati finanziari nell’Eurozona a cui si assiste dal 2010 e la non uniforme trasmissione delle decisioni di politica monetaria nei diversi paesi dell’Area. Secondo l’indagine trimestrale sul credito bancario, dal lato dell’offerta, nel secondo trimestre 2012 si rileva un sensibile miglioramento rispetto alle tensioni emerse a gennaio scorso. Si registra una minore tensione nelle condizioni dell’offerta alle grandi imprese mentre per le piccole-medie imprese vi è sostanziale stabilità". Molto spesso, purtroppo, non viene presa troppo in considerazione la rete di piccole e medie imprese italiane da parte delle banche. Il tessuto economico nazionale poggia prevalentemente su di esse ed è assai rischioso dare ossigeno solo alle grandi imprese trascurando le centinaia di migliaia di realtà medio piccole sparse sul territorio. Se, infatti, va in crisi la Fiat, ad esempio, è giusto e sacrosanto evitarne il default però è anche giusto e doveroso evitare il collasso del sistema Italia chiudendo i rubinetti dell'accesso al credito dell'azienda dell'ipotetico signor Mario Bianchi che da lavoro magari a 10 padri di famiglia. Diciamo che le banche dovrebbero rivedere i criteri di erogazione del credito ed essere decisamente più propense ad andare incontro agli imprenditori italiani favorendo il rilancio dell'economia reale. Per ciò che attiene le famiglie, invece, si legge sempre nella nota che "nel secondo trimestre, le condizioni dell’offerta di credito sono risultate stabili per i mutui immobiliari e in lieve restrizione nel segmento del credito al consumo. La domanda risulta in lieve contrazione in entrambi i comparti, nonostante la lieve diminuzione dei tassi d’interesse (sui prestiti per l’acquisto di un'abitazione e sul credito al consumo) in corso dal mese di febbraio".

I tassi sui mutui sono troppo alti per colpa degli spread applicati dalle banche

Contrarre un mutuo in Italia è veramente costoso e le cause, a dire il vero molteplici, risiedono in parte nell'organizzazione del sistema creditizio, condizionato troppo spesso da fattori esterni apparentemente non collegati al mercato dei mutui, come ad esempio, il differenziale tra btp e bund tedeschi, e dall'ingordigia degli istituti bancari che, pur di far cassa, non esitano ad applicare spread elevatissimi ai mutui, facendo così lievitare a dismisura i tassi d'interesse. Oggi gli spread bancari possono arrivare ad incidere notevolmente sul tasso finale, anche più del 90%: ad esempio, chi stipula un mutuo variabile al tasso del 3,05% paga, in termini di spread, il 2,80% (ovvero ben il 91%). Forte l'incidenza anche sui mutui a tasso fisso, il miglior tasso si attesta oggi al 5,27% con spread, anche in questo caso, molto alti e che, in media, si attestano al 2,90%. Le banche si lamentano perché la richiesta di mutui è diminuita, ma tra la crisi economica che ha rovinato i bilanci delle famiglie, la disoccupazione dilagante e i livelli occupazionali che subiscono distrorsioni relative all'incacrenita situazione di precariato in cui versano i giovani, ha fatto si che tutto il sistema entrasse in sofferenza. Molto spesso gli istituti di credito utilizzano queste scusanti per giustificare livelli di spread inaccettabili non capendo che, probabilmente, il miglior modo per favorire un rilancio del settore sarebbe proprio quello di ridurre i margini di guadagno portando il livello dei tassi ad adeguarsi alla media europea che è decisamente più conveniente e competitiva.

domenica 23 settembre 2012

Valutazione CreditMini casa e CreditMaxi casa di Unicredit banca

CreditMini Casa e CreditMaxi Casa di Unicredit banca sono due finanziamenti che, anche se di natura diversa, sono stati ideati al fine di soddisfare esigenze di liquidità legate alla propria abitazione, con particolare riferimento, ad esempio, ai lavori di ristrutturazione o l'acquisto vero e proprio. Nella fattispecie si configura alla stregua di un classico prestito personale il finanziamento denominato CreditMini Casa che, infatti, può finanziare richieste di importi compresi tra i 3.000 euro e i 5.000 euro con piani di ammortamento che vanno da un minimo di 18 a un massimo di 36 mesi, mentre il suo fratello maggiore CreditMaxi Casa può essere preso in considerazione per spese più consistenti inoltre, per sua natura, può soddisfare esigenze di credito diversificate, poiché trattasi di un prestito personale nella versione meno pingue che prevede erogazioni da 5.000 e 30.000 euro per durate da 36 a 84 mesi e, nella versione più "generosa" da la possibilità di soddisfare richieste più consistenti che, per durate che vanno da 36 a 120 mesi, può coprire un ammontare minimo di 31.000 euro e massimo di 100.000 euro. In entrambi i casi si tratta di finanziamenti a tasso fisso le cui rate di rimborso possono essere onorate mensilmente a mezzo RID bancario. Nel complesso si tratta di due prodotti in linea con la media di mercato che, senza infamia e senza gloria, svolgono la loro funzione. VOTO: 6

sabato 22 settembre 2012

Sono sempre meno i lavoratori autonomi che accendono un mutuo ipotecario

Sono sempre meno i lavoratori autonomi che accendono un mutuo ipotecario. Cala dal 13% all'11%, secondo un'indagine condotta da MutuiSupermarket.it, il numero complessivo dei lavoratori autonomi che per vari motivi decidono di accendere un mutuo coerentemente con un atteggiamento precauzionale che spinge a rinviare la richiesta del mutuo a momenti di maggiore stabilità lavorativa. Il dato odierno è identico a quello registrato nel corso del terzo trimestre del 2011. Da allora, a partire dal quarto trimestre del 2011 e fino a tutto il primo trimestre del 2012, il numero delle richieste di mutuo da parte dei lavoratori autonomi era rimasto stabilmente al 13%. L'inevitabile contrazione delle richieste rispecchia il quadro di incertezza complessiva che investe l'economia italiana ed europea in generale. Per contro, pur potendo contare su un reddito certo, resta all'81% il numero di richieste di mutuo dei lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato. In linea con il terzo trimestre del 2011, quest'ultimo riscontro è in crescita del 2% rispetto al primo trimestre di quest'anno. I richiedenti con un reddito mensile netto compreso fra i 1.000 e 1.500 euro si riducono dal 42% al 37% del totale richiedenti dal primo al secondo trimestre 2012, a favore di un’allargamento del peso del cluster dei richiedenti con redditi superiori ai 1.500 euro. Infine, cresce leggermente la percentuale dei richiedenti con reddito netto mensile inferiore ai 1000 euro, che passa dall’8% del terzo trimestre 2011 al 13% del primo trimestre 2012, cluster di piccoli risparmiatori che vogliono mettere a frutto i propri risparmi investendo nel bene rifugio prima casa.

Prestiti per abbattere gli interessi sui finanziamenti concessi alle piccole imprese

Da Lucca un'ottima iniziativa, portata a compimento dalla locale Camera di Commercio, che darà certamente un impulso positivo alle piccole e medie imprese operanti sul territorio. Si tratta di stanziamenti, per un ammontare complessivo iniziale pari a 200.000 euro, volti ad abbattere gli interessi sui finanziamenti concessi alle imprese. Le banche aderenti all'iniziativa metteranno a disposizione dei plafond frazionati in tranche che vanno da 10.000 euro a 50.000 euro. Tra le note positive dell'iniziativa vi è senza ombra di dubbio la facoltà di iniziare a restituire il prestito ottenuto dopo un anno, circostanza, questa, che di sicuro consente alle aziende in crisi di liquidità di affrontare il periodo di crisi in maniera un po' più tranquilla. L'operazione poggia le sue basi su uno stanziamento iniziale di 200.000 euro, destinati ad un intervento agevolativo una tantum, calcolato nella misura del 3% del totale del finanziamento erogato, finalizzato all’abbattimento degli interessi sulle operazioni di finanziamento che le banche concederanno alle imprese con un fatturato 2011 fino a 2,5 milioni di euro. Quello messo a punto dalla Camera di Commercio di Lucca è, a tutti gli effetti, un prestito chirografario, e cioè senza garanzie reali, della durata da 3 a 5 anni, da concordare con gli istituti di credito eroganti, di cui uno di pre-ammortamento. Le banche che aderiscono all’iniziativa dovranno impegnarsi ad erogare finanziamenti fino a concorrenza di un plafond di almeno 2 milioni di euro.

venerdì 21 settembre 2012

Crolla il mercato dei mutui e scoppia la moda del rent to buy

É decisamente l'era del rent to buy! Anche in Italia, finalmente, prende piede una pratica assai in voga oltre oceano da diversi anni. Negli Usa è ormai una prassi consolidata, ma nel bel Paese doveva scoppiare la crisi economica peggiore che si sia mai vista da molti decenni a questa parte per far si che, complice il crollo del mercato dei mutui ipotecari, prendesse piede il rent to buy. Ma di cosa si tratta esattamente? Il rent to buy non è altro che un contratto attraverso il quale un soggetto prende in affitto una casa a prezzo maggiorato, diciamo che solitamente va a pagare 1,5 volte più del canone d'affitto normale, e questa maggiorazione, alla stregua di una sorta di mutuo (giusto per dare l'idea, altrimenti si badi bene che non è un mutuo vero e proprio), alla scadenza del contratto servirà come base per il riscatto dell'immobile. Facciamo un esempio pratico. La casa ha un prezzo di mercato pari a 200.000 euro, l'affitto normale sarebbe di 600 euro al mese ma con tutta la maggiorazione ammonterà a 900 euro al mese. I 300 euro in più versati mensilmente vanno a formare la base del riscatto dell'immobile, quindi in 10 anni, ad esempio, si sarà accumulata una cifra pari a 36.000 euro. Il prezzo pattuito sarà, dunque, pari alla differenza tra il prezzo di mercato dell'immobile e il totale delle somme accantonate con il canone maggiorato. Il rent to buy consta di due fasi. La prima inerisce la stipula del contratto di locazione a prezzo maggiorato. Il secondo, invece, è un contratto di opzione sull'acquisto futuro della casa, al cui interno verranno fissati i parametri legati alla scadenza per far valere l'opzione e al prezzo dell'immobile fissato precedentemente. Dal punto di vista pratico, il rent to buy si rivela conveniente sia per il locatore che per il locatario. Il futuro acquirente dell'immobile non dovrà necessariamente versare un anticipo per l'acquisto immediato dell'immobile, e non sarà nemmeno costretto a dover accendere subito un mutuo di tipo tradizionale. Il rent to buy, infatti, concede la possibilità di usufruire del mutuo in futuro, al tempo dell'esercizio dell'opzione, e per un importo minore determinato dallo scomputo degli anticipi già versati con i canoni maggiorati. Sul fronte delle imposte, il futuro acquirente è esentato dal pagamento dell'Imu che graverà sul proprietario dell'immobile fino a riscatto avvenuto. Dal punto di vista del locatore, invece, i vantaggi sono identificabili nelle entrate certe sulla base di un canone maggiorato rispetto alle quotazioni di mercato. Il rent to buy, poi, per sua natura, aumenta in modo esponenziale la probabilità di vendere l'immobile alla fine del periodo concordato. Quindi, se non c'è la possibilità di accendere un mutuo per l'acquisto della propria abitazione il rent to buy si rivela un'ottima opportunità ed il mercato ormai sembra maturo affinché questa formula si consolidi. La domanda nell'ultimo anno è aumentata del 9% mentre l'offerta di immobili addirittura del 13%. (Dati: Casa.it)

Intesa Sanpaolo mette a disposizione 50 milioni di euro per la messa in sicurezza degli edifici danneggiati dal sisma in Emilia Romagna

Intesa San Paolo e le sue controllate Leasint, Centro Leasing e Mediocredito italiano, di concerto, hanno deciso di mettere a disposizione delle popolazioni terremotate dell'Emilia Romagna finanziamenti pari a 50 milioni di euro volti a favorire la messa in sicurezza degli edifici danneggiati dal sisma e per la ricostruzione di beni o strutture pubbliche (in primis scuole e ospedali). I fondi necessari all'erogazione di questi finanziamenti sono stati reperiti grazie ad un accordo sottoscritto nei giorni scorsi con la Banca europea per gli investimenti (Bei). Quella posta in essere è la prima tranche di finanziamenti previsti che, nel complesso ammonteranno a circa 200 milioni di euro. Si tratta di un intervento economico di grossa portata che favorirà certamente il rilancio del tessuto socio economico del territorio e che va ad integrare gli aiuti già stanziati dal governo e da altri soggetti, anche privati, provenienti da tutta Italia. Un'altra lodevole iniziativa, anche se il meccanismo è diverso, è stata presa da Banca Mediolanum e ne abbiamo ampiamernte parlato in precedenza all'interno di un post intitolato "Banca Mediolanum riduce dell'1% lo spread sui mutui dei terremotati dell'Emilia Romagna".

giovedì 20 settembre 2012

Aumenta dell'1% la richiesta di prestiti personali e finalizzati

Stando a quanto afferma l'ultimo Barometro Crif è aumentata dell'1% la richiesta di prestiti personali e finalizzati, ad agosto di quest'anno, rispetto allo stesso periodo del 2011. A confermarlo è anche un'indagine condotta dal CorrierEconomia che, però, precisa come negli ultimi otto mesi, la domanda complessiva sia diminuita del 7%. In pratica, gli italiani hanno ripreso l'abitudine di ricorrere ai prestiti per far fronte alle proprie esigenze di liquidità, ma diversamente rispetto al passato, il loro comportamento è meno spavaldo e si cerca di ricorrere al credito bancario solo quando veramente è necessario. In linea di massima, se possibile, è meglio evitare di indebitarsi. Oggigiorno, infatti, i tassi dei prestiti toccano punte del 15%, quelli dei fidi superano il 20% e quelli delle carte revolving sfiorano, addirittura, il 30%. Il Taeg medio per un prestito personale è, oggi, del 12,44% per 5.000 euro da restituire in due anni e dell’11,35% per 15.000 euro da rimborsare in sei anni. Le banche, in questo contesto, pare stiano cercando di evitare un ulteriore aumento dei tassi che, come conseguenza logica, avrebbe quella di far contrarre ancor di più la richiesta da parte della clientela. Come ha affermato Marco Siracusano, direttore marketing Privati di Intesa Sanpaolo "adesso, più che elevare i tassi è il caso di pensare di aumentare l’attenzione ai privati, offrendo maggiore consulenza". Prendendo in considerazione i due prestiti precedentemente enunciati dai calcoli effettuati da CorrierEconomia si evince che nel caso dei 5.000 euro, il costo di rimborso più alto si ha in Unicredit con 700 euro (Taeg 15,17%9, il più basso in Bnl con 509 euro (11,32%); mentre, nel caso dei 15 mila euro, la banca più cara resta Unicredit con 6.623 euro (14,25%), la più conveniente è Bnl con 4.736 euro.

La rata bassotta conquista il mercato dei prestiti personali

Sarà la trovata originale di combinare la caratteristica principale del prodotto con l'immagine di un cane bassotto, fatto stà che la Rata Bassotta di IBL Banca va ben al di là della simpatica trovata pubblicitaria e si rivela alla stregua di un prestito personale particolarmente conveniente. Ben inteso, non si tratta di un prestito nuovissimo, infatti è presente sul mercato già da un po' di tempo, ma trattandosi di un ottimo prodotto riteniamo sia giusto recensirlo adeguatamente. Supponiamo che un lavoratore dipendente a tempo indeterminato, che abbia 40 anni di età e 10 anni di servizio alle spalle, richieda un prestito di 5.000 euro da restituire in 10 anni. In questo caso Rata Bassotta avrà un Tan del 4,70% e un Taeg pari al 7,62% e la rata da rimborsare sarà, per l'appunto, bassotta e ammonterà a 59 euro al mese, circostanza questa che, alla fine del prestito, comporterà un rimborso totale pari a 7.080 euro, ovvero 2.080 euro in più rispetto a quanto richiesto. Aumentando la richiesta ad 11.000 euro si nota che il Tan rimane costante e il Taeg aumenta di circa mezzo punto, attestandosi all'8,21%. In 120 mesi, questa volta, bisognerà rimborsare circa 133 euro al mese e quindi alla fine il rimborso totale ammonterà a 15.960 euro. Infine, a fronte di una richiesta di 19.000 euro, il Taeg scende di poco e si attesta all'8,14%, il Tan invece resta costante al 4,70% e la rata ammonta a 229 euro al mese per 120 mesi. Alla fine il rimborso totale ammonterà a 27.480 euro. Un buon prodotto che si va a collocare ampiamente nei limiti medi del mercato. Da tenere sicuramente in considerazione per ottenere liquidità. VOTO: 7

mercoledì 19 settembre 2012

La bomba spagnola è innescata! Aumenta il rischio di insolvenza sui mutui

La crisi economica potrebbe riservare ancora una sgradita e quanto mai problematica coda derivante dal sempre crescente rischio di insolvenza legato ai mutui ipotecari erogati da istituti bancari spagnoli. A luglio, toccando quota 169.330 miliardi di euro, la quota dei mutui in sofferenza ha stabilito un ennesimo massimo storico, al 9,86% dei mutui totali. Gli effetti negativi di un'eventuale conferma dei sospetti legati al mancato pagamento delle rate dei mutui posti in essere in Spagna, rischierebbero di aggravare non solo la situazione economica iberica ma dell'intera Eurozona. Mentre la Spagna continua ad accusare l'effetto combinato della crisi dell'area euro e del crollo del mercato immobiliare interno, sul quale le banche spagnole si trovano eccessivamente esposte, i bilanci delle banche iberiche sono a rischio default e vantano un numero considerevolissimo di immobili che non si riescono a vendere. Il quadro della situazione è talmente nero che Madrid non esclude affatto il possibile ricorso al piano anti-spread promosso dalla Bce qualche giorno fa. Si spera in qualche segnale positivo che, per la verità è giunto, anche se timidamente in sede di collocamento dei titoli di Stato a breve scadenza, a 12 e 18 mesi con cui complessivamente Madrid ha raccolto lievemente più del previsto: 4.576 miliardi di euro. Il quadro complessivo della situazione resta assai drammatico e urge un intervento serio a livello centrale per far fronte efficacemente all'emergenza che, altrimenti, qualora si protraesse nel tempo, rischierebbe di contaggiare il resto d'Europa.

Aumentano i mutui che hanno una donna come primo intestatario

Aumentano i mutui che hanno una donna come primo intestatario. Il dato emerge da due indagini, distinte e separate, effettuate da Mutui.it e MutuiSupermarket.it, due noti broker che operano nel settore dei mutui online. Confrontando i dati delle due ricerche, si evince come lo scarto complessivo sia veramente basso. Per Mutui.it, oggi, i mutui che hanno come primo intestatario una donna sono il 27% del totale, mentre per MutuiSupermarket.it sarebbero un po' più numerosi, ovvero il 28%. Il trend sembra suggerire come la donna si posizioni sempre più al centro della gestione economico-finanziaria della famiglia con riferimento alla scelta del mutuo. Il profilo della richiedente tipo è una persona con un'età media di circa 39 anni, interessata all’acquisto della prima casa (circostanza, questa, che copre circa il 74% delle richieste), e che dispone di uno stipendio medio di circa 1.800 euro al mese. La richiesta di mutuo mediamente si attesta sui 127.000 euro, da restituire in 24 anni; la percentuale dell'acquisto, inerente l'unità immobiliare oggetto dei desideri, da finanziare attraverso il mutuo, è pari al 55% del valore della casa. Il campione preso in esame, composto da 16.000 utenti, dimostra come il mutuo preferito dalle donne sia quello a tasso variabile (44% del totale delle richieste) mentre il mutuo a tasso fisso resta più indietro con il 36% delle preferenze. Il 59% dei mutui "rosa" è richiesto da donne single, mentre i mutui cointestati, vantano solitamente la presenza di un secondo firmatario che dichiara un reddito mensile non superiore ai 1.300 euro. Infine, il dato geografico rende evidente la differente situazione occupazionale tra le tre maggiori aree del Paese. I livelli occupazionali del Nord e del Centro Italia, consentono una maggiore autonomia economica alle donne e, di conseguenza, la maggior richiesta di mutui si concentra in queste due aree geografiche. Le Regioni in cui maggiormente le donne si rivolgono in prima persona agli istituti bancari sono la Liguria (con il 34%), seguita da Lazio (32,8%) e Umbria (31%), fanalino di coda è la Puglia, con appena il 17,6% del totale.

martedì 18 settembre 2012

Da novembre gli agenti immobiliari non potranno più segnalare mutui bancari ai clienti

É, a tutti gli effetti, una mini rivoluzione quella che ha colpito il settore dell'intermediazione immobiliare italiana all'indomani dell'approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del secondo correttivo al Decreto Legislativo numero 141/2010. A lanciare l'allarme è stata la Fiaip (la Federazione italiana agenti immobiliari professionali: è la principale associazione di categoria del settore immobiliare con circa 12.000 agenzie immobiliari e più di 50.000 operatori) che, per bocca del vice presidente nazionale con delega alla mediazione creditizia, Samuele Lupidii, ha dichiarato che "il provvedimento del governo, inerente il divieto, a partire da novembre, per gli agenti immobiliari di segnalare mutui bancari in via accessoria e strumentale all’attività di mediazione immobiliare, danneggerà l’intera filiera immobiliare e rallenterà le stesse compravendite di case in Italia interrompendo, di fatto, l’interdipendenza tra il settore creditizio e quello immobiliare, senza tutelare al meglio l’articolazione dell’offerta creditizia per il consumatore e stimolare, come vorrebbe la Fiaip, la stessa concorrenza tra operatori del credito in Italia". Sempre secondo la Fiaip, potrebbe risentirne anche l'accesso al credito delle famiglie italiane, già reso estremamente difficile dal comportamento delle banche, poco inclini a concedere finanziamenti in questo periodo di crisi. Il settore dei mutui è in netta contrazione rispetto al passato e questo ulteriore veto rischia di acuire una situazione già di per sé pesante e complessa.

Nel Nord Italia è concentrato oltre il 40% delle richieste di mutuo

Il Nord Italia si conferma al primo posto per ciò che attiene la richiesta di mutui. Il dato, emerso nel corso di un'indagine svolta da MutuiSupermarket e che tiene conto dei dati elaborati da Data Warehouse MSM (sistema di informazioni commerciali che raccoglie i dati relativi ad oltre un milione di preventivi calcolati nei 12 mesi), evidenzia come, da solo, il Nord Italia conti oltre il 40% (41% per l'esattezza) delle richieste di mutuo, mentre il Centro si attesta su valori più contenuti, circa un quarto del totale (27%), il Sud un quinto (20%) e le Isole per la restante parte (12%).  Nel corso del secondo trimestre del 2012 vi è stata una progressiva contrazione dei richiedenti nella fascia di età sotto i 45 anni, si è passati, infatti, dal 69% del terzo trimestre del 2011 al 65% odierno. Tale restrizione è da collegarsi, quasi sicuramente, ad un netto peggioramento del tasso di disoccupazione nelle fasce di popolazione più giovani ma anche ad una crescente incertezza reddituale che suggerisce il rinvio di investimenti di lungo periodo e ad un inasprimento generalizzato dei criteri creditizi di selezione delle banche che, soprattutto in questo periodo di crisi sono sempre più alla ricerca di garanzie reddituali che, molto spesso, i giovani richiedenti non sono, ovviamente, in grado di fornire. Un quadro sicuramente deprimente in cui si tarpano le ali alle nuove generazioni che, giocoforza, sono costrette ad arrangiarsi alla bene e meglio. La soluzione maggiormente adottata, in tal senso, è quella che vede i giovani propendere per l'affitto anziché per l'acquisto di un'unità immobiliare.

lunedì 17 settembre 2012

Le banche riversano i rischi sui clienti che le hanno salvate

Scellerato, odioso, supponente potrebbe definirsi il comportamento degli istituti di credito che, all'indomani della crisi finanziaria del 2008-2009 sono stati salvati dagli Stati attraverso i soldi dei contribuenti, quindi dei loro stessi clienti e che, senza proferir parola, hanno mantenuto i prestiti più rischiosi non facendo affatto tesoro di quanto accaduto. Ad evidenziare la situazione, alquanto irritante per la verità, è stato uno studio pubblicato dalla Bri (Banca dei regolamenti internazionali che ha sede a Basilea ed ha come azionisti 56 banche centrali, tra cui anche la Banca d’Italia) che ha passato al setaccio i bilanci di 87 istituti finanziari nel mondo, 40 dei quali hanno ricevuto in diverse forme aiuti pubblici. In risposta alla crisi finanziaria le autorità di vari paesi hanno utilizzato denaro pubblico per ricapitalizzare le banche. Queste operazioni di salvataggio hanno indotto un ridimensionamento dei rischi nell'attività di credito delle banche interessate? Per rispondere a tale domanda, lo studio ha analizzato i bilanci e le sottoscrizioni di prestiti sindacati relativi a 87 grandi banche con operatività internazionale. Di fronte al calo generalizzato dei volumi di sottoscrizione dei prestiti nel 2009, lo studio mostra che le banche oggetto di salvataggio non hanno ridotto la rischiosità dei nuovi prestiti in misura maggiore delle altre banche. Questi risultati possono contribuire alla valutazione in corso dei programmi pubblici di salvataggio bancario. Se il comportamento delle banche rimane tale, perché continuare ad aiutarle?

Vertiginosa discesa del numero di domande di mutui

C'era da aspettarselo, ed è, d'altronde, una conseguenza logica del comportamento degli istituti di credito nei confronti dei clienti. Hanno chiuso i rubinetti del credito e, ovviamente, dal quarto trimestre del 2010 ad oggi si è registrata una delle più consistenti contrazioni delle domande di mutui di tutti i tempi. La domanda di mutui ipotecari da parte delle famiglie italiane, infatti, si è ridimensionata del 19% nel 2011 rispetto al 2010 e, nel primo semestre del 2012 il numero di domande di mutui ipotecari mostra una contrazione addirittura pari al 44% rispetto ai primi 6 mesi del 2011. Le regioni in cui si è registrata la contrazione maggiore sono Campania e Puglia (-48%), quelle in cui vi è stata una certa tenuta, anche se a ben vedere, molto relativa, sono state il Friuli Venezia Giulia (-35%) e la Valle d'Aosta (-34%). L'importo medio delle domande di mutuo, in costante diminuzione a partire dal quarto trimestre del 2010, ha fatto registrare, nel secondo trimestre del 2012, un lievissimo rialzo. Nel secondo trimestre di quest'anno, l'importo medio delle domande di mutuo si è attestato a 131.466 euro (importo minimo degli ultimi sei anni) che si confronta con un importo medio di 137.215 euro fatto registrare nel secondo trimestre dello scorso anno. Le erogazioni di nuovi mutui residenziali, nel 2011 sono diminuite del 13,4% rispetto al 2010, (49,2 miliardi di euro nel 2011 e 56,8 miliardi di euro nel 2010). Le erogazioni sembrano risollevarsi nel primo trimestre 2012; parte dei nuovi flussi sono probabilmente da ricollegarsi a slittamenti di erogazioni previste nel quarto trimestre 2011. Le prime 15 città in termini di nuovi mutui erogati contano per il 52% del totale. Roma è la prima città per nuovi flussi con 6 miliardi di euro (12% del totale); Milano è la seconda con 5,4 miliardi di euro (11%); Torino è la terza con 2,2 miliardi di euro (5%); Napoli è la quarta con 1,5 miliardi di euro (3%). (Fonte dei dati: MutuiSupermarket.it)

domenica 16 settembre 2012

Aumentano le spese scolastiche e le famiglie ricorrono ai prestiti per comprare i libri ai figli

La crisi economica in atto, una delle peggiori che l'Italia abbia mai vissuto, rende tutto maledettamente difficile e, quindi, anche mandare i figli a scuola è un'impresa titanica. Le spese da sostenere, soprattutto per l'acquisto dei libri di testo, sono molte e, a seconda della classe che frequenta il proprio figlio, variano notevolmente. La spesa media per un figlio, secondo l'Osservatorio Findomestic, sarebbe pari a 494 euro, ma se i figli sono due o più, la spesa media sale fino ad arrivare ai 642 euro. Il dato relativo alla spesa media per famiglia è pari a 548 euro, con il picco rappresentato dai 716 euro di chi ha figli che frequentano il liceo. Ben il 28% delle persone intervistate ha dichiarato che, giocoforza, dovrà attingere ai propri risparmi o ad aiuti esterni per far fronte alle spese scolastiche. Tra gli aiuti esterni, ovviamente, figurano anche i prestiti personali. Tra i migliori in assoluto, in tal senso, segnaliamo il prestito denominato "Rata Bassotta - Cessione del Quinto" di IBL Banca. Per una famiglia di 4 persone, con due figli in età scolare e il capofamiglia lavoratore dipendente a tempo indeterminato, abbiamo ipotizzato una richiesta di 2.000 euro da rimborsare in 24 rate mensili. Rata Bassotta, nella nostra simulazione, ha un Taeg pari all'8,47% e un Tan fisso del 4,70%. La rata mensile ammonta a 90,60 euro e le spese di istruttoria a 450 euro. L'erogazione del prestito può avvenire direttamente sul conto corrente del soggetto richiedente o a mezzo assegno bancario. Trattandosi di una cessione del quinto dello stipendio il rimborso delle rate avviene a mezzo bonifico bancario effettuato direttamente dal datore di lavoro. Molte famiglie, anzi quasi una su due, il 47% per l'esattezza, nonostante richiedano un prestito, decidono di puntare sull'acquisto di libri usati. La stucchevole pratica degli editori di rieditare i libri di testo ogni anno, magari aggiungendo solo poche pagine in più rispetto alle edizioni precedenti, non sta condizionando più di tanto il mercato dell'usato che, a ben vedere, è diventato un'esigenza imprescindibile, soprattutto per chi ha una famiglia numerosa.

Con il lettore di carte di credito Square pagare è molto facile, sicuro e agevole

Square, la creatura di Jack Dorsey che serve per effettuare pagamenti in maniera rapida, comoda e sicura, ha, in un certo qual modo, rivoluzionato un mercato che da tempo si era fossilizzato su strumenti di tipo tradizionale e, molto spesso costosi per i negozianti e per i clienti. Come la sua evoluzione tutta italiana Jusp, di cui abbiamo già ampiamente parlato in precedenza, Square si connette attraverso il jack audio ai prodotti iOS e Android. Il dispositivo, che misura appena 41 mm, utilizza un sistema di crittografia di 2048 bit per mantenere sicuri i dati e, semplicemente strisciando la carta di credito in una fessura, l'apparecchio legge la banda magnetica e dà il via alle operazioni di pagamento. Affinché la procedura di pagamento vada a buon fine i clienti appongono la propria firma sullo schermo con un dito. Il lettore di carte di credito Square è sicuramente rivoluzionario ma Square è molto di più che un semplice lettore. Dorsey ha dato vita ad un'applicazione che lo rende anche in grado di svolgere le funzioni di un vero e proprio registratore di cassa. L'app per iPad denominata "Square Register" si collega tramite wi-fi alla cassa e permette ai commercianti di impostare i pulsanti per ciascun prodotto. In più, Square rende disponibile l'analisi dei dati della merce venduta. Infine, esiste anche l'app "Pay with Square", una sofisticata applicazione grazie alla quale i clienti possono pagare senza strisciare la carta di credito. Infatti, gli sarà sufficiente entrare in un negozio e, attraverso un dispositivo dedicato già presente nell'attività commerciale, appariranno il nome e la foto del cliente. Per pagare gli basterà dire il proprio nome alla cassa.

sabato 15 settembre 2012

La rinegoziazione del mutuo scatena il malcontento dei mutuatari

Elogiare gli istituti di credito, si sa, non è certo cosa facile. Riscontrare picchi di efficienza tali da non generare neanche il benché minimo cenno di lamentela da parte della clientela è pressocché impossibile. A tal fine, delinea il quadro della situazione, in maniera esaustiva, un'indagine condotta da Cittadinanzattiva, nota associazione di consumatori, attraverso la XII Relazione PiT Servizi. Dall'indagine è emerso che il motivo di malcontento maggiore per i mutuatari è rappresentato dalle inefficienze legate alla rinegoziazione del mutuo (26% del campione). Nella classifica fanno, comunque, bella mostra di sè altre evenienze indigeste: la liquidazione ritardata in primis (21%), a seguire le misure anticrisi (16%), poi la portabilità del mutuo (13%), l'estinzione anticipata/ipoteca (13%), i tassi elevati (8%) e le spese accessorie (3%). Ciò che irrita maggiormente i consumatori, in merito alla rinegoziazione del mutuo è, in molti casi, la mancata volontà di negoziare da parte delle banche nonché la mancanza di chiarezza delle informazioni. La liquidazione, invece, suscità reazioni avverse a causa dei tempi che, ormai si sono protratti fino a sette mesi. Per ciò che attiene le misure anticrisi varate dal governo, ci si lamenta della scarsa preparazione e competenza degli adetti che, molto spesso, forniscono notizie scarse e confuse in merito ai termini di accesso alle agevolazioni poste in essere. Un altro caso critico è rappresentato dall'estinzione anticipata/cancellazione dell’ipoteca. In questo caso ci si lamenta soprattutto dei ritardi, del pagamento di penali non dovute e dei tempi molto lunghi necessari per il disbrigo della pratica. Le altre voci incidono in maniera più marginale, a partire dai tassi di interesse e per finire alle spese accessorie, comunque indice di malcontento per pochi.

Finanziamenti per imprese innovative e start-up dalla Regione Puglia

Finalmente la macchina dei finanziamenti destinati a far decollare un settore di sicura crescita, come quello delle start-up innovative, si è messo in moto e, dopo il bando della Regione Campania ecco in arrivo un bando anche per le imprese innovative pugliesi. Questa volta i finanziamenti ammontano a 1,2 milioni di euro al fine di potenziare lo sviluppo e la produttività delle imprese soprattutto nel settore industriale, logistico, ambientale, energetico e IT. I finanziamenti saranno a fondo perduto per le start-up innovative mentre per le imprese già presenti sul mercato, è previsto un piano di investimenti in grado di sostenere la ricerca volta a migliorare i processi produttivi aziendali al fine di rendere le imprese più competitive. Il bando rimarrà aperto fino all’esaurimento delle risorse stanziate e per beneficiare delle agevolazioni le start-up devono possedere determinati requisiti:
  •  essere detenute direttamente e almeno al 51% da persone fisiche, anche in termini di diritti di voto;
  •  svolgere attività di impresa al massimo da 48 mesi;
  •  fatturare meno di 5 milioni di euro;
  •  non distribuire utili;
  •  avere nell’oggetto sociale lo sviluppo di prodotti o servizi innovativi, ad alto valore tecnologico;
  •  vantare una contabilità trasparente, senza uso di una cassa contanti, fatte salve le spese legate ai rimborsi.

venerdì 14 settembre 2012

Jusp il Pos italiano per pagare via smartphone e tablet

Jusp è un innovativo dispositivo, tutto italiano, che si collega via jack audio a tutti i tipi di smartphone e tablet, accetta qualsiasi carta e bancomat ed è, dunque, secondo gli inventori Jacopo Vanetti e Nicola Saponaro, il meglio che il mercato possa offrire attualmente. Square, il principale competitor prodotto da Jack Dorsey, non può gestire i pin: esclude quindi le carte di debito e i bancomat e non è adatto agli standard europei che richiedono il chip invece della banda magnetica. E quanto allo svedese iZettle c'è da dire che è specifico per l'iPhone e accetta solo carte di credito con firma, quindi per sua natura si rivolge a una nicchia di mercato. Ecco perché Vanetti e Saponaro hanno ricevuto 500.000 euro di investimenti. A inizio 2013, una volta che sarà terminato il primo test su 500 negozi, si apriranno al mercato. Jusp non è un semplice lettore ma un vero e proprio Pos. Gli inventori amano definirlo il Paypal dei pagamenti mobili. Se desiderate essere tra i primi a provare Jusp e scoprire quanti vantaggi può portare, sarà sufficiente registrarsi nel programma “Jusp Beta Tester” inserendo il vostro indirizzo email. Riceverete gratuitamente il dispositivo e l’App adatta al vostro dispositivo, per cominciare subito a provarla. Jusp è un dispositivo utile anche per chi ha bisogno di accettare pagamenti in mobilità, a partire da tutte quelle aziende che lavorano con  i furgoncini. É dunque si un pos classico, ma che costa molto meno ed è più semplice da attivare, senza rinunciare per questo ai necessari controlli.

Le banche paralizzano il comparto sanitario e la gente muore

Anche questa è Italia. Triste, ma quantomai attuale è la vicenda dell'ospedale San Bortolo di Vicenza, un nosocomio hub che di solito, nel corso degli anni passati ha sempre attirato le banche come mosche. Sgomitavano per concedere un mutuo all'ospedale - osserva con amarezza il dg Antonio Alessandri - ora, invece, ottenere un mutuo dalle banche è diventata una chimera. I motivi sono tanti, ma in principal modo legati ad un meccanismo perverso messo in piedi dalla Banca d'Italia che ha imposto dei vincoli di garanzia rigorosissimi e immobilizzazioni onerose a lungo termine. In conseguenza di ciò, gli istituti di credito possono concedere prestiti solo a condizioni impossibili e a tassi astronomici. Questo impedisce, di fatto, alle banche di erogare mutui all'azienda sanitaria, impedendole di acquistare importanti macchinari di nuova generazione che sarebbero dovuti andare a sostituire tutte le attrezzature vetuste presenti nei reparti che ne hanno fatto richiesta. Al San Bortolo servirebbero tre mutui per complessivi 22 milioni di euro per far fronte alle proprie esigenze. L'Ulss ha preparato i bandi delle tre gare europee, li ha pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, ed ha atteso che le banche si facessero avanti per contrattare i tre mutui. L'attesa è stata vana e, cosa ancor più incredibile, non si è fatta viva neanche Unicredit Banca che dell'ospedale San Bortolo è tesoriere! La situazione è seria.  C'è da rimpiazzare per la radioterapia oncologica un acceleratore lineare vecchio di 12 anni con un modello di ultima generazione che da solo costa 3 milioni di euro. Servono ecografi per la diagnostica. Urge una gamma camera per le scintigrafie che si fanno in medicina nucleare. Occorre attrezzare la radiofarmacia che serve a produrre i farmaci necessari per diagnosticare i tumori. Però le banche non concedono alcun mutuo ed ignorano il problema. Ora l'ultima spiaggia è rappresentata dalla Cassa Depositi e Prestiti che, tra l'altro, qualora venisse incontro alle esigenze dell'ospedale, lo farebbe ad un costo notevolmente inferiore (circa un terzo) rispetto a quello che il nosocomio avrebbe dovuto sostenere rivolgendosi agli istituti di credito tradizionali. Che dire. Speriamo che qualcosa si sblocchi al più presto perché agli ammalati interessano poco i vincoli e i paletti imposti dalla Banca d'Italia e giustamente pretende un'assistenza sanitaria adeguata.

L’Osservatorio SuperMoney ha indagato sulle tipologie di prestito più richieste dagli italiani

Italia popolo di Santi, poeti e navigatori? Forse un tempo e sicuramente tutt'ora come stereotipo in uso comune all'estero, in realtà il nostro è un Paese pieno di gente che ricorre ai prestiti per tirare avanti e, in tutto ciò non c'è niente di affascinante. L'indagine svolta dall'Osservatorio SuperMoney ha, infatti, evidenziato il comportamento dei consumatori in merito alla destinazione finale del finanziamento ottenuto. Com'è facile intuire, i giovani, pensano più ad acquistare una bella automobile mentre persone più in avanti con gli anni mirano maggiormente a soddisfare bisogni legati alla casa o ad esigenze personali. Che l'Italia sia uno dei maggiori Paesi al mondo per ciò che attiene il volume dei prestiti erogati dalle banche o dalle finanziarie è un dato di fatto, ma effettivamente, una distinzione a livello anagrafica non era ancora stata fornita in maniera tanto dettagliata come ha fatto SuperMoney con questa indagine. Ma andiamo a vedere i numeri. A richiedere un prestito sono principalmente gli adulti (31-60 anni), con il 72,7% delle domande: il 63,5% di queste proviene da persone nella fascia d’età che va dai 31 ai 45 anni, mentre il restante 36,5% proviene dai 46-60enni. I giovani (18-30 anni) sono responsabili del 17,2% delle domande di prestito, mentre agli over 60 appartiene il restante 10,2% delle richieste. In media, i ragazzi fino a 30 anni sono disposti a spendere 11.623 euro per l’acquisto di una nuova auto mentre gli adulti richiedono prestiti legati all’abitazione nel 27,7% dei casi. In particolare, il 9% delle richieste riguarda l’acquisto di mobili (importo medio richiesto 18.528 euro), il 18,5% la ristrutturazione (importo medio 24.565 euro). Nell’“età di mezzo” aumentano anche le richieste di prestito per il consolidamento debiti, che si attestano al 20% (importo medio richiesto 28.192 euro). Per gli ultrasessantenni, infine, i finanziamenti in assoluto più richiesti sono quelli per liquidità (prestiti personali senza una specifica finalità), con il 42,3% delle domande per un importo medio di 13.521 euro.

giovedì 13 settembre 2012

Banca Mediolanum riduce dell'1% lo spread sui mutui dei terremotati dell'Emilia Romagna

Quando uno slogan non è solo una trovata pubblicitaria ma è l'incipit di azioni concrete volte a favorire un rapporto diverso tra banca e cliente, allora si può dire che veramente, a pieno titolo, Banca Mediolanum è "la banca costruita intorno a te!" Il presidente dell'istituto di credito meneghino, Ennio Doris, ha comunicato che per venire incontro alle famiglie ed ai propri family banker residenti in Emilia Romagna, colpiti dal sisma, ha deciso di tagliare, per due anni, di un punto percentuale lo spread sui mutui in essere, consentendo, in questo modo, un consistente risparmio sulla rata. Ma non solo. Banca Mediolanum accorderà per 2 anni condizioni agevolate su fidi e prestiti in essere e che abbiano un tasso pari all’Euribor +1,5% e azzererà, sempre per 2 anni e completamente, tutti i costi dei conti correnti, vale a dire il canone, i costi di carte di credito e bancomat, su questi strumenti. Approssimativamente, si stima che questi provvedimenti abbiano un valore complessivo di circa 3 milioni di euro. Un contributo considerevole che va ad aggiungersi a quanto di buono l'istituto ha già fatto nel recente passato. A ridosso del sisma, infatti, era stata accordata la possibilità di sospendere il pagamento delle rate di mutui e di prestiti già in essere per 12 mesi ed era stata stanziata la cifra di almeno 1 milione di euro in gratuità. Banca Mediolanum non è nuova a queste iniziative e, obiettivamente, è una mosca bianca nel settore creditizio. Molti istituti di credito dovrebbero prenderla a modello ed emulare iniziative tanto valide.

Dalla Campania nuovi finanziamenti alle start-up

Rilanciare l'economia riavviando il motore dell'Italia, ovvero le piccole e medie imprese, dando fiducia a nuovi progetti imprenditoriali che, sotto forma di start-up, mirano a conquistare un posto di primo piano all'interno dello scenario economico nazionale e internazionale, questo, in estrema sintesi, è lo scopo di un nuovo bando che la Regione Campania ha intenzione di pubblicare tra pochi giorni e, attraverso il quale erogherà finanziamenti per un ammontare complessivo pari a 30 milioni di euro e che, sotto forma di microcrediti, serviranno a dare una mano importante a tutti gli aspiranti imprenditori campani. Ogni singolo progetto potrà giovare di un contributo non superiore ai 25000 euro. Al riguardo, l’assessore con delega a lavoro e sviluppo del Comune di Napoli, Enrico Panini, si è detto molto soddisfatto evidenziando  l’importanza dell’iniziativa e sottolineando che, anche in ambito comunale, saranno promossi incontri e seminari finalizzati a diffondere il bando al fine di supportare gli aspiranti imprenditori. Non c'è che dire, si tratta sicuramente di una lodevole iniziativa alla quale è auspicabile, ne seguiranno altre di egual spessore.

mercoledì 12 settembre 2012

Che senso ha istituire un fondo di garanzia se poi i mutui ai precari le banche non li danno lo stesso?

Paradossi tutti italiani, verrebbe da dire, ma ormai le parole servono a poco ed un singhiozzo dal sapore acre di lacrime tristi solca il viso di migliaia di giovani precari che, in barba a norme ben chiare, si sono visti negare dagli istituti di credito, mutui, la cui stipula rientrava pienamente, e legittimamente, nei termini fissati dal Fondo di garanzia da 50 milioni di euro specificamente creato dal governo, denominato Fondo Casa e destinato a coppie, precarie o semi precarie, sposate, under 35 e a single o coppie conviventi purché con figli minori. A rivelarlo è stata un'indagine condotta da Altroconsumo, notissima associazione di consumatori che, attraverso dei propri emissari recatisi presso ben 120 filiali di banche aderenti all'accordo (a Milano, Roma, Bologna, Torino, Bergamo, Prato, Napoli e Taranto), ha registrato dati assai chiari e precisi che disegnano uno scenario in cui la legge del diniego la fa da padrona. I fondi stanziati dal governo come garanzia per i mutui erogati dalle banche convenzionate, ben inteso, non vengono erogati a pioggia e, sicuramente una selezione di base va sempre fatta. Le banche, attraverso la convenzione stipulata col governo, però, si impegnano a offrire il finanziamento con uno spread massimo dell’1,20% fino a 20 anni di durata e dell’1,50% oltre i 20 anni. In pratica, gli istituti di credito che aderiscono devono limitare almeno alla metà gli spread solitamente applicati, riducendo il loro guadagno a favore di tassi più accessibili. Peccato però che quasi nessuna banca lo faccia realmente. Dall'indagine, infatti, è emerso che quasi 9 agenzie su 10 hanno ignorato il Fondo affermando addirittura di non conoscerlo e solo 9 agenzie su 71 hanno proposto un mutuo in linea con la normativa applicando lo spread previsto dal Fondo Casa. Le banche aderenti all'accordo, quando offrono un mutuo secondo i termini stabiliti, non possono chiedere la presenza di ulteriori garanti per concedere un mutuo che è già garantito dal fondo. Anche per ciò che attiene questa circostanza i risultati sono stati sorprendenti e, molto spesso è stata chiesta la firma del garante. Non c'è che dire, gli istituti di credito non finiranno mai di stupirci.

Grazie alla moratoria congelati i debiti delle imprese per oltre 11,4 miliardi di euro

Le imprese italiane, strette nella morsa delle tasse e costrette a far fronte ad impressionanti carenze di liquidità, soprattutto, è doveroso dirlo, a causa dei mancati pagamenti degli enti pubblici in merito a commesse soddisfatte pienamente in termini di servizi resi e mai onorate per ciò che attiene i pagamenti, grazie alla moratoria concessa dall'Abi (Associazione bancaria italiana), si sono viste congelare, temporaneamente, i debiti pregressi per un ammontare complessivo pari a circa 11,4 miliardi di euro. Impressionante è il numero delle domande presentate e accolte al 31 luglio 2012, si parla di oltre 32.000! Giuseppe Mussari, presidente dell'Abi, si è detto "soddisfatto per l'iniziativa assunta per affrontare in modo transitorio la situazione di crisi, ma" ha aggiunto che "occorre tornare ad un clima normale di circolazione della liquidita". Intanto, lo stesso Mussari ha annunciato che "sono stati immessi sul mercato anche 2 miliardi di euro di nuova liquidità".

Tassi in picchiata per i Bot

Tassi in picchiata per i Bot, questo è il dato che emerge dopo l'ultima asta per il collocamento dei titoli sul mercato. Ottimo, invece il volume dei titoli collocati, pari a circa 12 miliardi di euro. Sul fronte dei tassi, invece, come dicevamo, il calo è stato considerevole, circostanza questa, che in buona sostanza li rende meno appetibili dal punto di vista economico, in quanto, al netto delle tasse, il ricavo possiamo dire che è molto poco consistente. Ma veniamo ai numeri. Il Tesoro, oggi, ha assegnato 3 miliardi di euro di Bot a tre mesi con un rendimento medio in calo allo 0,700% dallo 0,865%. Ha venduto 9 miliardi di euro di Bot a 1 anno con un tasso medio in discesa all'1,692% da 2,767%. Il tasso sul Bot a un anno fa segnare il livello più basso dal 13 marzo scorso. La domanda per i titoli trimestrali è stata pari a 2,25 volte l'importo offerto, in lieve calo da 2,49 dell'asta di maggio, quella per i Bot a un anno è risultata di 1,65 volte contro 1,69 del mese scorso. Come si vede, stiamo parlando di tassi da prefisso telefonico, quindi poco appetibili, ed ai minimi da marzo.

martedì 11 settembre 2012

Gli italiani promuovono le banche online

L'Italia e gli italiani promuovono le banche online. Il dato emerge da un'indagine effettuata dall'associazione dei consumatori Altroconsumo, su un campione di 6000 soggetti intervistati, in base alla quale si evince che la convenienza relativa al mancato pagamento delle commissioni ha inciso notevolmente sul giudizio di chi è stato interpellato. All'interno del campione, la stragrande maggioranza ha definito poco soddisfacente il rapporto con le banche di tipo tradizionale, evidenziando molteplici problematiche appartenenti alle tipologie più disparate. Ad esempio: il 17% degli intervistati ha dichiarato che è stato molto difficile ottenere un mutuo; il 31% ha avuto qualche problema col mutuo; il 21% non è soddisfatto delle condizione applicate al mutuo, dal tasso all’importo della rata; il 32% ha dovuto abbinare al mutuo, obbligatoriamente, altri prodotti venduti dalla banca, come polizze e conto corrente. Invece, tra i motivi che hanno spinto il campione a promuovere a pieno le banche online vi sono i costi contenuti dei loro conti online, ma anche il fatto che spesso non fanno pagare commissioni per prelevare dagli sportelli automatici delle altre banche. In testa alla classifica di gradimento degli intervistati vi sono Ing Direct, Fineco, Webank e Iwbank. Da questa indagine è apparsa evidente anche una presa di coscienza importante degli italiani, abbinata ad una maggiore consapevolezza e conoscenza dei mezzi informatici. Insomma, consumatori più informati e più capaci di utilizzare in maniera efficiente Internet rispetto al recente passato.

La Regione Veneto stanzia nuovi finanziamenti per le reti d'impresa operanti sul territorio

La crisi economica influisce molto negativamente sulle imprese italiane che, dati alla mano, hanno subito perdite assai consistenti in termini di fatturato e utili d'esercizio dall'inizio della crisi ad oggi. Uno dei motori dell'economia nostrana, il Veneto, ha così deciso di andare incontro alle esigenze degli imprenditori locali al fine di consentire loro lo sviluppo dell'attività per competere al meglio all'interno del mercato globale. I finanziamenti della Regione Veneto, resi disponibili dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) per un importo complessivo di euro 5.000.000, verranno erogati a “Sportello”: l’istruttoria avverrà, pertanto, secondo l’ordine cronologico di ricezione della domanda. Il bando sarà attivo a partire dal prossimo 15 ottobre 2012 e l’agevolazione massima non deve superare il 50% delle spese ammesse o sostenute per realizzare il progetto; il contributo, comunque, non deve superare i 150.000 euro per progetto e non può essere inferiore a 30.000 euro. Non tutte le aziende, però, potranno accedere a questi finanziamenti, poiché il target individuato dalla Regione inerisce le imprese operanti nei seguenti settori:

  • Attività manifatturiere;
  • Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento;
  • Costruzioni;
  • Servizi di informazione e comunicazione.
Non c'è che dire, si tratta sicuramente di una buona iniziativa dalla quale, si spera, le imprese beneficiarie riusciranno a trarre le risorse necessarie per rilanciare la propria attività e contribuire, in tal modo, alla ripresa economica della Regione Veneto e dell'Italia intera che, lo ricordiamo, ha un'economia basata sulla piccola e media impresa, quindi è di vitale importanza che il sistema preveda agevolazioni e incentivi di ogni genere per aiutare le imprese ad operare efficacemente sul mercato.

lunedì 10 settembre 2012

L'Istat fornisce un dato impietoso: la spesa delle famiglie è in calo del 3,5%

Che la crisi economica sia dura e particolarmente stringente è sotto gli occhi di tutti, ma dati alla mano, quella che emerge da questa ultimissima indagine Istat che ha reso noti i dati sul Pil, risalente a pochi minuti fa, è una situazione che delinea i contorni di una comunità che stenta a trovare il bandolo della matassa per tirare avanti dignitosamente. Il calo della spesa delle famiglie italiane, pari al 3,5% nel secondo trimestre dell'anno, va ad unirsi ad un vertiginoso crollo degli acquisti di beni durevoli (-10,1%) che va sommato al calo degli acquisti nel settore dei servizi (-1,1%). Il calo complessivo del Pil ammonta al 2,6% ed è stato anch'esso registrato nel secondo trimestre 2012, e va rapportato allo stesso periodo dell'anno precedente. É il dato peggiore dal quarto trimestre 2009, quando il calo era stato del 3,5%. Infine, sempre nel secondo trimestre del 2012 tutti i grandi comparti di attività economica hanno fatto registrare una diminuzione congiunturale del valore aggiunto: -1,9% per l'agricoltura, -1,6% per l'industria e -0,5% per i servizi.

Prestito Bnl In Novo per far fronte alle più svariate esigenze di credito

Pochi giorni fa avevamo parlato diffusamente del Mutuo Bnl Bundle, una soluzione assai intelligente per coniugare esigenze di credito e volontà di risparmio da parte dei clienti, poi ci siamo imbattuti nel Prestito In Novo e, in linea con quanto dichiarato da Andrea Veltri, Responsabile Finanziamenti e Prodotti di Protezione della Bnl, il concetto di banca sta cambiando e, a onor del vero, Bnl sembra un passo avanti rispetto ai suoi competitor in quanto a idee e desiderio di vedere il cliente non più solo come un numero ma come una persona da seguire passo passo nel corso del suo rapporto contrattuale con l'istituto di credito facente parte del Gruppo Bnp Paribas. Ma vediamo più nel dettaglio cos'è il prestito In Novo Bnl. Innanzitutto partiamo dallo slogan utilizzato nel corso della campagna promozionale del prodotto che, a ragion veduta, viene definito sostenibile, rinnovabile e flessibile. Vediamo perché. La sostenibilità inerisce il peso della rata di rimborso, perfettamente tarata sulle esigenze, o meglio sarebbe dire, sulla disponibilità economica del cliente. Rinnovabile, invece, è un aggettivo che pone le sue fondamenta sulla possibilità di richiedere più soldi (opzione reload), a partire dalla sesta rata, in base alla propria capacità di rimborso. La flessibilità, infine, risiede nel fatto che, dopo 12 mesi, è possibile rinviare il pagamento di una o più rate, grazie all'opzione "Flexi", che offre la possibilità, al cliente, di posticipare fino a 3 rate consecutive all'interno dell'anno per un massimo di 3 volte nella vita del finanziamento (N.B. il salto della rata e quindi la relativa sospensione del rimborso, comporta il pagamento di una commissione pari a 30 euro). Il Prestito In Nova Bnl è un finanziamento a tasso fisso, con durate variabili da 6 mesi a 10 anni ed un ammontare erogabile che va da 5.000 euro a 100.000 euro. Esistono due versioni del Prestito In Novo Bnl: la large e la XXL. Il Prestito In Novo Large differisce dal suo omologo XXL solo per ciò che attiene l'importo finanziabile (da 5.000 a 100.000 euro nel primo caso e da 10.000 euro a 100.000 nel secondo) e la durata (da 6 a 60 mesi nel primo caso e da 61 a 120 mesi nel secondo). A titolo meramente esemplificativo, un prestito di 10.000 euro della durata di 10 anni, al Tan del 9,25%, implica il pagamento di una rata mensile pari a 145,80 euro. Si tratta sicuramente di un buon prodotto che, grazie alle sue caratteristiche, risalta all'interno di un mercato non sempre in linea con le nuove esigenze della clientela. VOTO: 7,5
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